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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 18:13.

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Lour Reed, aprile 1977, Steve EmbertonLour Reed, aprile 1977, Steve Emberton

Il rock è ancora il genere musicale a più alto tasso di politicamente scorretto? Qualche dubbio a riguardo viene, considerando diete salutiste, ore spese in palestra, ritorni alla grandi religioni rivelate, appelli ambientalisti e terzomondisti in cui da anni gareggiano vecchie e nuove rock-star.

Al netto di sesso e droga, esiste però un certo «vizietto» che in pochi hanno perso per quanto sia stato scritto nero su bianco e in milioni di copie in giro per il mondo che «nuoce gravemente alla salute»: la sigaretta. Proprio alla longeva liaison tra rock e tabacco è dedicata la mostra fotografica «Smoking's Cool», in corso sino al 25 ottobre alla galleria Rock City Art di Bedford, un interessante spazio espositivo a 40 minuti di treno da Londra che da un anno a questa parte investiga in varie forme le contaminazioni tra arti figurative e musica popolare. Stavolta c'è di che divertirsi, perché il tabagismo ha unito e unisce praticamente tutti: mostri sacri e professionisti della dissacrazione, femmes fatales ed enfants terribles delle sette note. Alla faccia delle campagne anti-fumo dell'Unione europea e dei divieti a pubblicizzare prodotti che causano dipendenza.

Il Menestrello e il Baronetto. Guardate un po' chi si vede: c'è un Bob Dylan catturato a Copenaghen da Jan Persson nel '66, a ridosso della sua contestatissima svolta elettrica: è riccioluto, scheletrico e nasconde lo sguardo timido dietro le stesse Wayfarer che tiene in mano sulla copertina di «Highway 61 Revisited». Fuma e argomenta con la mano destra dalle unghie lunghe. C'è pure un Beatle: sir Paul McCartney, immortalato dallo stesso autore scandinavo dieci anni più tardi mentre si concede una pausa-sigaretta accanto all'amata moglie Linda. Sono i tempi dei Wings e la militanza vegana è ancora di là da venire. Persson intercetta anche un Jimi Hendrix all'apice della sua parabola creativa (nel '69) e uno strafottente Keith Richards che non ne vuole sapere di sfilarsi i grossi occhiali da sole.

Tra punk e new wave. Negli anni Settanta, com'è noto, le rockstar indulgono ancora di più nel vizio. In piena rivoluzione punk fa per esempio irruzione sulla scena londinese Ian Dury con la memorabile «Sex, drugs and rock and roll». Pure sigarette, però: lo dimostra lo scatto che Tom Sheehan gli dedica a Dublino nel '79. Il modfather Paul Weller, leader di Jam e Syle Council, ha uno stile inconfondibile anche nel modo in cui tiene in bilico la sigaretta nei Solid Bond Studios di Londra. Siamo nell'82 e l'autore è sempre Sheehan. Per fumare in un certo modo serve davvero classe e un «Duca» ne ha da vendere: David Bowie fuma e guarda in obbiettivo nel ritratto in vesti orientali (o spaziali?) che gli dedica Pat Pope nel '97. Come si fa a non cedere al fascino della viziosissima Sacerdotessa nel periodo più prolifico della sua carriera? Eggià: madame Patti Smith sarà anche conosciuta per i leggendari servizi a firma dell'amico Robert Mepplethorpe, ma a guardarla mentre fissa la punta della sigaretta in un momento di relax nella Londra del '76 (foto di Ian Dickson) può venire la pelle d'oca. Per non parlare di Lou Reed che non si separa dalla sigaretta neanche sul palco, come documenta il lavoro di Steve Emberton.

Nuove leve, vecchi vizi. Non solo i grandi del rock che fu, in ogni caso, nella mostra di Bedfod ma anche protagonisti dell'ultimo ventennio di musica. I metallari Queens of the Stone Age fumano e scherzano con l'obiettivo di Roger Sargent nella Los Angeles del 2000. Sexy la fumata di Taylor Momsen, cantante dei Pretty Reckless cui è Andrew Whitton a dedicare un ritratto. Jaz Coleman dei Killing Joke brandisce un grosso sigaro cubano alla Orson Welles e indirizza all'obiettivo di Mick Huston un'occhiata folle alla Peter Sellers. Completamente svagato Carl Barat dei britannici Dirty Pretty Things mentre siede davanti a un muro di mattoni di un abitato dell'Isola di Wight ed evita la macchina fotografica di Andy Willsher. Non mancano le curiosità: un tavolo dal backstage del concerto ad Amsterdam degli Oasis nel 2009, apparecchiato di sigarette, cartine, tabacco, qualche cocktail e una scaletta dei brani da suonare. O il maestro Leonard Bernstein, genio di «West Side Story» che a margine di un'esibizione a Copenaghen nel 1981 chiede da accendere una sigaretta infilata in uno sciccoso bocchino. Mica solo le rockstar fumano…

«Smoking's Cool»
Bedford (UK), Rock City Art
Dal 7 settembre al 25 ottobre 2012
www.rockcityart.com

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