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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2012 alle ore 21:06.

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(Foto di Tommy Ilai per Fondazione Teatro Comunale di Vicenza)(Foto di Tommy Ilai per Fondazione Teatro Comunale di Vicenza)

Turbamenti divini e carezzevoli a fior di pelle, per l'umanissimo "Paradiso" dantesco del gran maestro Eimuntas Nekrosius. Se consideriamo che la porta della felicità eterna è il teatro più bello del mondo, ovvero il Palladiano Olimpico di Vicenza, le premesse per uno straordinario viaggio celestiale ci sono tutte. Ovviamente la sacralità del tema e del luogo impone una scenografia reverenziale e minimale, sul palcoscenico solo rotoli di moquette grigia che lasciano libero l'incanto dello scultorio proscenio, da cui in basso partono sospese verso la balconata allegoriche corde d'arpa che tracciano la fenditura di un fiume, guado simbolico tra terra e cielo.

Sulle note nostalgiche di un antico canto lituano, apre le danze, un compito maestro cerimoniere, ecco le anime elette: dieci bravissimi empatici attori, armati da rara generosità di mestiere, della compagnia lituana Meno Fortas. Cantano, danzano, roteano, palpitano, piangono lacrime vere (da pelle d'oca per chi assiste), giocano e svelano metafore simboliche tra collane, fazzoletti, brindisi rituali, ma soprattutto ci stimolano a seguirli senza remore verso la ricerca dell'assoluto e al confronto con un divino tangibile, esistenziale, immediato, di rara intensità. Nekrosius raffinato traslatore delle fragilità e movimenti tellurici del sentire umano, stilizza la poesia dantesca in novantanove terzine, tradotte in lituano con sottotitoli in lingua italiana, puntando sui duetti tra Dante e Beatrice: Rolandas Kazlas e Ieva Triskauskaitè che appaiono come una coppia di compagni entusiasmati dall'amore e dalla vita, in un continuo sfiorarsi a guancia a guancia, afferrarsi per mano e abbracciarsi, che rimanda al candore della tenerezza adolescenziale.

Occhi stuporosi e sorrisi carichi di estasi, accompagnano il percorso iniziatico degli spiriti angelici dal distacco dagli oggetti materiali, che il solerte cerimoniere e guardiano del Museo impacchetta, si arriva alla meta sublime deprivati e denudati da tutto: bastano anima e cuore aperto. E' alla portata di tutti il Paradiso di Nekrosius. Chiunque può leggere nei novanta minuti d'itinerario performativo, le tracce e i segni della sua personale analisi verso la dimensione ultraterrena. Un elogio a parte merita la scelta delle musiche, magiche e stranianti, che spaziano da: Alessandro Marcello, Schubert, Bibier, Dorkshitser, Ciurlionis e a sorpresa un assolo dal vivo di " Wish you were here" dei Pink Floyd. Dante, per il regista lituano diventa poeta da "dentro", prodigo di chiaroveggenza necessaria. Oggi più che mai, è un esperienza mistica oltrepassare il fiume della vita impigliandosi tra i fili in compagnia del poeta e la sua Beatrice per giungere alla consapevolezza e l'abbandono nutrito di speranza della frase finale: " Il Paradiso c'è". Vedere per credere.

"Il Paradiso" dal testo di Dante Alighieri. Traduzione in lituano di Aleksys Churginas. Regia Eimuntas Nekrosius. Scene di Marius Nekrosius. Costumi Nadezda Gultiajeva. Interpreti: Rolandas Kazlas, Ieva Triskauskaitè, Audronis Rukas, Marija Petraviciutè, Simonas Dovidauskas, Darius Petrovskis, Vygandas Vadeisa, Pijus Ganusauskas, Beata Tiskevic, Julija Satkauskaitè. Produzione Compagnia teatrale Meno Fortas (Vilnius, Lituania) in coproduzione con Comune di Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in collaborazione con Ministero della Cultura Lituano e Aldo Miguel Grompone, Roma. Spettacolo in lingua lituana con sopra titoli italiani in Prima Mondiale al Teatro Olimpico di Vicenza fino al 25 settembre.
http://www.teatrolimpicovicenza.it/

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