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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2012 alle ore 17:57.

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Alexander Calder, Red Disc-White Dots, 1960Alexander Calder, Red Disc-White Dots, 1960

Era un 12 ottobre che Cristoforo Colombo scopriva l'America. A distanza di cinque secoli e mezzo sarà un 12 ottobre in cui Venezia e l'Italia riscopriranno l'America attraverso una straordinaria collezione d'arte che sbarca in questi giorni in Canal Grande, alla Peggy Guggenheim Collection. Una donazione che ha quasi dell'incredibile quella di Hannelore e Rudolph Schulhof, ebrei europei scappati negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale e diventati a tutti gli effetti cittadini americani, con una grande famiglia patriarcale, uno spiccato senso degli affari e una passione trascinante per l'arte e il mecenatismo, così trascinante che nell'arco della loro vita coniugale sono riusciti a mettere assieme una collezione di arte contemporanea stupefacente che comprende circa 400 pezzi.

Rudolph è morto nel 1999 e adesso che anche Hannelore non c'è più (è mancata il 23 febbraio scorso), gli eredi hanno tenuto fede alla volontà dei genitori di donare una parte importante della collezione a quella che per gli Schulhof è stata un modello e un'icona di mecenatismo: Peggy Guggenheim.

L'avevano conosciuta a Venezia nel 1954, davanti ad un quadro di Santomaso esposto in casa di Peggy; fu quello l'inizio di una amicizia che nel corso degli anni ha fatto maturare negli Schulhof la convinzione di dover collezionare opere di artisti contemporanei, magari comprandole direttamente da loro o comunque conoscendoli di persona, proprio nello stile di Peggy.

Hannelore era così affascinata dalla figura della collezionista americana da volerne essere l'emula; nel 1980 era anche entrata a far parte, come socia, del Comitato consultivo del museo veneziano.
Così si è fatta spazio poco a poco l'idea di donare proprio alla Guggenheim di Venezia il cuore della propria collezione, perché trovasse posto in casa di Peggy.

Il 12 ottobre prossimo, dalle 17 alle 20, le porte di Ca' Venier dei Leoni si spalancheranno per rendere dunque visibile al pubblico - durante un'apertura straordinaria gratuita - gran parte dei capolavori della collezione Schulhof arrivati in laguna, scelti uno ad uno da Philip Rylands, il direttore della Collezione Peggy Guggenheim.

La donazione è in buona parte un suo successo perché se la volontà dei due collezionisti era già nota da tempo, altri soggetti si erano fatti avanti, come ad esempio il Met di New York. Ma la bontà dell'offerta di Rylands risiedeva soprattutto nel garantire l'esposizione permanente di tutti i capolavori acquisiti, mantenendone la forma di collezione unica. Cosa che il Metropolitan ad esempio non avrebbe fatto.

Così ha ben motivo di sorridere oggi il direttore della casa-museo di Peggy, che ha portato a Venezia ben 83 masterpiece del contemporaneo scegliendoli tra tutte le opere dell'intera collezione Schulhof. Una cosa che a pensarci fa girar la testa, un tesoro inestimabile il cui valore assicurativo è stato valutato in 160 milioni di dollari circa.

Spiegando ai figli degli Schulhof le proprie scelte pezzo per pezzo, Rylands ha voluto Afro, Alberto Burri, Alexander Calder, Giuseppe Capogrossi, Willem de Kooning, Lucio Fontana, Jean Dubuffet, Jasper Johns, Donald Judd, Mark Rothko, Claes Oldenburg, Frank Stella, Cy Twombly, Andy Warhol, Sol Lewitt, Anish Kapoor, Tony Cragg, solo per citare alcuni degli artisti che arrivano ad arricchire la Guggenheim di Venezia.

La risistemazione finale degli spazi (che sarà completata solo alla fine di maggio del prossimo anno) prevede che le opere di Peggy rimangano esposte nella sua casa sul Canal Grande; della collezione Schulhof i quadri saranno esposti in barchessa, mentre alle sculture sarà dedicato uno dei giardinetti interni di Ca' Venier dei Leoni; infine la collezione Mattioli - che ha sempre casa qui – troverà spazio in una parte dell'area destinata alle mostre temporanee. Un difficile gioco di scacchi che consente però alla Peggy Guggenheim collection di diventare, nel panorama italiano, forse la maggiore esposizione di collezioni contemporanee.

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