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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2012 alle ore 11:35.

Fountain inscena uno spettacolo sulla spettacolarizzazione della guerra, la sua rappresentazione, sempre sopra le righe, a tratti diverte ma che l'America sia «un centro commerciale con un Paese attaccato» può far abboccare Geoff Dyer sul Guardian, non noi che ci sentiamo meno minacciati dai centri commerciali che dai romanzi di Dyer. Il libro di Powers, al contrario, è rarefatto come un racconto di Camus, a tratti è persino fastidiosamente "europeo" nel suo esistenzialismo in cui, significativamente, uno dei protagonisti è nientemeno che la polvere, evocata ad abundantiam. Il che forse ci porta a concludere che il grande romanzo americano sulla guerra in Iraq non è stato non diciamo scritto, ma nemmeno ancora pensato.
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