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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2012 alle ore 15:47.

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Jacopo de' Barbari, «Ritratto di Luca Pacioli», l'umanista cui si deve la nascita della partita doppiaJacopo de' Barbari, «Ritratto di Luca Pacioli», l'umanista cui si deve la nascita della partita doppia

2. Un'agenzia per l'esportazione della produzione creativa italiana
Per penetrare i mercati globali è necessario intraprendere un'azione coordinata di accesso organizzato ed efficace, piuttosto che procedere in ordine sparso e frammentario come si è per lo più fatto finora. Dutch DFA, l'agenzia olandese per la promozione del design, della moda e dell'architettura, ha ad esempio avuto un ruolo di primo piano nel lancio professionale a livello globale delle nuove generazioni di creativi olandesi. Una agenzia di questo genere dovrebbe avere costi gestionali leggerissimi, essere totalmente centrata sulle competenze e sulla provata esperienza di sviluppo di relazioni internazionali nell'ambito creativo, e potrebbe anche essere interamente finanziata dai proventi delle licenze sui maggiori marchi culturali nazionali di cui al punto successivo.

3. Una strategia di valorizzazione globale dei brand culturali italiani
L'operazione del Louvre Abu Dhabi mostra chiaramente come si possa valorizzare un brand culturale globale sia dal punto di vista del licensing (che nel caso suddetto ha prodotto di per sé un introito di circa un miliardo di euro) sia da quello della circolazione di collezioni poco esposte, creando allo stesso tempo una vetrina di visibilità per la cultura nazionale e favorendone la capacità di esportazione. Nel caso italiano nulla vieta di sviluppare operazioni analoghe, se accompagnate da un'opportuna politica di registrazione internazionale dei rispettivi marchi ed eventualmente da un allentamento a livello legislativo del vincolo massimo di permanenza all'estero delle opere di interesse culturale nazionale, se inquadrata all'interno di operazioni di tale natura. I relativi proventi potrebbero offrire la leva finanziaria per potenziare operazioni come la suddetta agenzia di promozione dell'export creativo italiano, o il sostegno alla nuova impresa creativa export-oriented.

4. Una maggiore capacità di integrare la produzione creativa nel manifatturiero di qualità
Il nostro settore manifatturiero può oggi contare su grandi potenzialità di sviluppo legate a una integrazione con la produzione culturale e creativa, se diventa maggiormente capace di trasferirne i risultati più interessanti nel proprio sviluppo di prodotto e nella propria comunicazione. Occorre allora creare centri di trasferimento creativo del tutto analoghi a quelli di trasferimento tecnologico per potenziare la capacità di integrazione tra i due ambiti. Questo obiettivo potrebbe essere fatto proprio dallo stesso sistema delle imprese come asse strategico innovativo su cui lavorare nei prossimi anni sviluppando alcune iniziative pilota. Particolarmente interessante in questo senso è l'esperienza finlandese, basata su un'innovativa National Design Policy.

Si tratta, come si vede, di misure che non hanno tanto bisogno di ingenti risorse pubbliche quanto di una radicale presa di coscienza delle trasformazioni delle filiere culturali e creative e dello sviluppo di una azione di razionalizzazione delle risorse e delle forze in campo chiara, concreta ed efficace, alla luce degli scenari competitivi globali esistenti. Per l'Italia sarebbe una vera rivoluzione copernicana. Per le giovani generazioni significherebbe poter ancora guardare al proprio paese come un luogo su cui scommettere per il proprio futuro imprenditoriale e professionale.

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