Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2012 alle ore 15:02.

My24

Per fortuna essa ora è davanti a noi con le sue dodici tappe che scandiscono diacronicamente la storia iconica di Dio. Ed è proprio partendo dal "peso del Decalogo" col suo divieto e le relative ricadute, così come con l'eredità ebraica che il cristianesimo trascina con sé e supera, che ci si avvia in una grandiosa avventura. Essa ha la sua prima teofania nell'arte paleocristiana ove trionfa il modello "cristomorfo", che consiste nel raffigurare Dio come Cristo, basandosi sulle dichiarazioni del Gesù giovanneo: «Chi ha visto me ha visto il Padre... Io e il Padre siamo una cosa sola». Subito dopo entra in scena il campo di battaglia allestito dall'iconoclasmo, reazione all'irrompere delle icone, uno scontro che – al di là delle sue iridescenze politiche – rivela il duello tra due teologie alle quali assegnerà un punto fermo il secondo concilio di Nicea (787) con la vittoria delle icone. Si apre, così, una nuova fase storica che Boespflug chiama della «fede visionaria», proprio perché impera la visione del Pantocrator, ma anche della Trinità affidata alla celebre scena simbolica dei tre ospiti di Abramo (Genesi 18).

Subentrano i quattro secoli che vanno dall'avvento dei Carolingi (751) al concilio Lateranense II (1215) nei quali incombe la Majestas Domini che è la rilettura occidentale del Pantocrator orientale ed è la libera e creativa riproposta della Trinità. L'esplorazione visiva di questo dogma continua nei due secoli successivi col sontuoso affollarsi delle Trinità europee dai profili originalissimi e fin sorprendenti, pronti persino al ricorso al simbolo geometrico e all'apofatismo. Questa deriva è fermata nel XV secolo dall'ingresso del Dio patetico e familiare con gli ammiccamenti audaci, ad esempio, di un autore come il Maestro di Rohan (1430). Ma ormai è alle soglie la Riforma protestante con tutte le sue riserve e obiezioni nei confronti delle immagini e del culto, obiezioni che generano la replica del Concilio di Trento e dell'arte barocca. La tensione produce in realtà un fecondo e impressionante apparato artistico che è esaminato in un poderoso capitolo dalle molteplici e affascinanti sfaccettature.

Ormai, però, bussa alla porta il secolo dei Lumi che mette in crisi l'immagine di Dio, ma anche «la pittura religiosa che conosce un netto calo, mentre l'ispirazione biblica dell'arte pare sul punto di prosciugarsi». Non mancano i sussulti (si pensi ai Nazareni), ma il declino sembra avviato, confermato anche dal progressivo divorzio tra "grande arte" e "arte di Chiesa" che si consuma nel Novecento. Eppure, se è vero che si assiste all'eclisse della figura del Padre, si ha un ritorno alla veemenza umana del Crocifisso (ad esempio, Rouault, lo stesso Picasso, Chagall, Bacon, Baselitz, Rainer), mentre il Concilio Vaticano II tenta di riannodare il dialogo presentando una Chiesa "amica delle arti", con molta fatica e con tentativi che sono ancora in corso e dei quali sono in un certo senso lo stesso testimone diretto, patrocinando una prima presenza della Santa Sede alla Biennale di Venezia.

Per evitare l'obiezione che il suo itinerario sia solo eurocentrico – scelta per altro necessaria nel merito – l'ultima tappa è riservata da Boespflug al «Dio cristiano fuori d'Europa» dal XVI al XX secolo, attestando così anche in questo ambito il fenomeno dell'inculturazione. Lo scheletro che abbiamo qui tracciato non rende conto della magnificenza esegetica, documentaria, iconologica e iconografica dell'opera dello studioso francese. Essere condotti per mano da lui non è solo partecipare a un'eccezionale esperienza didattica, è allo stesso tempo vivere una vera e propria avventura dello spirito, della cultura, della fede. Infatti, «il cristianesimo latino è l'unico dei tre monoteismi che abbia tollerato, poi accettato, legittimato, suscitato e praticato una straordinaria galleria di ritratti del Dio unico. Che abbia osato esplorare il suo intimo mistero, il suo segreto. Che nel fare questo abbia impiegato tanto talento e tanta audacia».

François Boespflug, Le immagini di Dio. Una storia dell'Eterno nell'arte, Einaudi, Torino, pagg. 582, € 95,00

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi