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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2012 alle ore 12:21.

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Il vento può spegnere la candela e ravvivare il falò. Lo stesso avviene con la casualità, l'incertezza e il caos: bisogna imparare a farne uso, anziché tenersene alla larga. Dobbiamo imparare a essere fuoco e a sperare che si alzi il vento.

Non dobbiamo limitarci a sopravvivere all'incertezza, a farcela per il rotto della cuffia: non solo vogliamo sopravvivere all'incertezza, ma come quegli stoici particolarmente risoluti in epoca romana vogliamo avere l'ultima parola. La nostra missione consiste nel capire in che modo possiamo addomesticare, addirittura sottomettere, l'invisibile, l'opaco e l'inesplicabile. Come fare?

L'ANTIFRAGILE
Alcune cose traggono beneficio dagli shock, prosperano e crescono quando sono esposte a mutevolezza, casualità, disordine e fattori di stress e amano l'avventura, il rischio e l'incertezza. Ciò nonostante, a dispetto dell'onnipresenza del fenomeno, non disponiamo di un termine che indichi l'esatto opposto della fragilità. Per questo parleremo di antifragilità.
L'antifragilità va oltre il concetto di «resilienza elastica» e di robustezza. Una cosa resiliente resiste agli shock ma rimane la stessa di prima: l'antifragile dà luogo a una cosa migliore. Questa proprietà sottende tutto quanto cambia nel tempo: l'evoluzione, la cultura, le idee, le rivoluzioni, i sistemi politici, l'innovazione tecnologica, il successo culturale ed economico, la sopravvivenza delle organizzazioni, le ricette migliori (come ad esempio il brodo di pollo o la tartara con una goccia di cognac), l'affermazione di città, culture e ordinamenti giuridici, le foreste equatoriali, la resistenza ai batteri e via dicendo, fino a includere l'esistenza stessa della nostra specie su questo pianeta. L'antifragilità stabilisce il confine tra ciò che è vivente e organico (o complesso), come il corpo umano e ciò che è inerte, come ad esempio un oggetto fisico come la spillatrice sulla vostra scrivania.

L'antifragilità ama la casualità e l'incertezza, il che significa anche amare gli errori, o meglio una particolare classe di errori. L'antifragilità possiede una proprietà unica nel suo genere, che ci permette di venire alle prese con l'ignoto, di fare certe cose senza capirle e di farle bene. Permettetemi di essere più drastico: siamo molto più bravi a fare che a pensare, grazie all'antifragilità. Preferirei mille volte essere stupido e antifragile che estremamente intelligente ma fragile.
Afferrando il meccanismo dell'antifragilità possiamo costruire una guida, sistematica e di ampio respiro, ai processi decisionali non-predittivi in condizioni di incertezza nei più diversi campi: economia, politica, medicina e la vita in generale, in tutti quei casi, in definitiva, in cui prepondera l'ignoto, qualsiasi situazione in cui sussistono casualità, imprevedibilità, opacità o una comprensione incompleta delle cose.

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