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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:15.

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Una volta, non molto tempo fa, americani ed europei andavano orgogliosi del proprio atteggiamento illuminato di comprensione e tolleranza religiosa. Anche se tutti sapevano che la storia dell'Occidente era stata segnata da intense rivalità e violenze religiose – compresi episodi sanguinosi come le crociate e le guerre di religione, ma anche la più sottile violenza del dominio coloniale europeo in molte regioni del mondo, l'antisemitismo e l'anticattolicesimo in patria, fino ad arrivare agli orrori del nazismo, che interessarono non solo la Germania ma molte altre nazioni – fino a tempi molto recenti l'Europa ha voluto pensare che quell'epoca buia appartenesse al passato. La violenza religiosa era altrove in società più «primitive», meno caratterizzate da una tradizione di valori cristiani di quanto non fossero le moderne socialdemocrazie europee.
Gli Stati Uniti hanno avuto in un certo senso una storia più nobile del «vecchio mondo» dal quale i primi coloni erano fuggiti, molti alla ricerca di libertà ed eguaglianza religiosa. La violenza cieca nel nome della religione fu sempre un fenomeno relativamente marginale di cui furono vittime i cosiddetti «primitivi» nativi americani e, più di recente, i mormoni e i testimoni di Geova, gruppi dissidenti che la maggioranza percepiva come strani e minacciosi, ma non i membri delle principali congregazioni religiose. Inoltre gli Stati Uniti si sono sempre mostrati in qualche modo più aperti dell'Europa nei confronti del non conformismo nei modi e nell'abbigliamento, il che è tornato utile alle minoranze religiose che volevano seguire i dettami della propria coscienza senza assimilarsi alla cultura della maggioranza...
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Oggi abbiamo molti buoni motivi per dubitare di questa autorappresentazione compiaciuta. La situazione attuale impone con urgenza un esame autocritico che porti alla luce le radici delle orribili paure e sospetti che stanno deturpando tutte le società occidentali. In questo momento abbiamo disperato bisogno di un approccio ispirato dalla filosofia etica di tradizione socratica, un approccio che combini tre elementi:
Princìpi politici che esprimano eguale rispetto per tutti i cittadini, e una consapevolezza delle conseguenze di tali princìpi per un reale confronto con la differenza religiosa. (Questi valori sono già intrinseci nella tradizione politica dell'Europa e soprattutto degli Stati Uniti.)
Un pensiero religioso critico che sappia scovare e analizzare le incoerenze,in particolare quelle che consistono nel considerare la propria situazione diversa dalle altre e nel vedere la pagliuzza nell'occhio dell'altro e non la trave nel proprio.

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