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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:15.

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Una cura sistematica degli «occhi interiori», la capacità dell'immaginazione che ci permette di vedere come appare il mondo dalla prospettiva di una persona appartenente a una diversa religione o etnia.
Queste virtù etiche sono sempre utili in una realtà complessa. Perché, tuttavia, sarebbero imposte con tale urgenza dal momento che stiamo attraversando? Passiamo in rassegna alcuni sviluppi recenti, partendo dall'Europa per poi passare agli Stati Uniti.
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Gli ideali di identità nazionale non sono definiti una volta e per sempre. Gli Stati Uniti hanno certamente attraversato periodi di panico anti-immigrazione, durante i quali le idee del nativismo (gli immigrati non sono veri americani) hanno ridefinito l'identità nazionale per una porzione significativa della popolazione statunitense. Questo può succedere ancora,ed è necessario rimanere vigili rispetto alla minaccia di un nuovo nativismo. L'Europa, al contrario, è perfettamente in grado di muovere verso una definizione di appartenenza nazionale di natura più politica e inclusiva, in base alla quale la terra, l'etnia e la religione siano meno importanti degli ideali politici condivisi. Quindi gli europei possono usare la loro idea di nazione per spiegare le politiche e gli atteggiamenti attuali, ma non per giustificarli. Al momento non è possibile determinare se saranno più probabilmente gli Stati Uniti ad assomigliare all'Europa, o l'Europa ad abbracciare sempre di più (quelli che erano) gli ideali degli Stati Uniti. Quel futuro è nelle mani della gente.
Al di là delle differenze storiche, quindi, dovremmo guardare con preoccupazione all'ondata di paura e ostilità religiosa nel nuovo come nel Vecchio continente. La paura sta crescendo, e dobbiamo cercare di capirla e di trovare il modo migliore di affrontarla. La paura è un'emozione sulla quale oggi sappiamo molto. Se ci fermiamo a riflettere sui suoi effetti positivi e i suoi possibili tranelli, potremo poi ritornare su alcuni dei nostri casi più recenti con una maggiore consapevolezza.
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Oggi sappiamo quantomeno che aspetto hanno i buoni princìpi politici nell'ambito del rispetto religioso e dell'eguaglianza umana. Negli Stati Uniti, e in modo molto più irregolare in Europa, questi princìpi sono anche iscritti nella legge e guidano la vita pubblica. Tuttavia, sono fragili in tempi di paura. Come binari, guidano bene il treno finché qualche disastro, sia esso un errore interno o un terremoto, non lo fa deragliare. E oggi assistiamo a fin troppi casi in cui il panico sta causando deragliamenti.
Il poeta Walt Whitman scrisse: «Tenere insieme gli uomini con carte e sigilli, o con la forza, a nulla serve/solo ciò che è principio vitale tiene gli uomini uniti». Le leggi sono fatte da persone, e possono essere modificate e revocate se quegli individui cambiano il proprio modo di guardare all'altro. Quindi, una cultura politica che voglia essere stabile deve pensare alle persone e a come vedono il mondo. E gli esseri umani non sono molto affidabili: tendono a essere assorti nelle proprie preoccupazioni, e sono spesso ottusi verso i propri simili. Il clima attuale di paura mostra che gli individui si lasciano allontanare troppo facilmente dai buoni valori e dalle leggi giuste in periodi di reale insicurezza e di minaccia.
I nostri tempi sono davvero pericolosi. Come abbiamo visto, molte paure sono razionali, e gli appelli alla paura hanno un ruolo da svolgere in una società che prenda la vita umana sul serio. Però a questo punto il pendolo ha oscillato troppo nell'altra direzione, e paure artefatte in modo irresponsabile minacciano princìpi ai quali dovremmo restare aggrappati e di cui dovremmo essere fieri. Per contrastare la tendenza nociva a restringere lo sguardo sul nostro sé abbiamo tutti bisogno anzitutto dell'impegno socratico (e cristiano-kantiano) a esaminare le nostre decisioni per vedere se sono egoistiche, se privilegiano la nostra esperienza ignorando le eguali rivendicazioni degli altri. E abbiamo altrettanto bisogno dello spirito interiore che deve animare la ricerca dell'imparzialità, se non vogliamo che questa resti un guscio vuoto: abbiamo bisogno di uno spirito di curiosità e amicizia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
il libro
I brani qui pubblicati sono un'anticipazione dell'ultimo libro
di Martha Nussbaum, in uscita
nei prossimi giorni per il Saggiatore, «La nuova intolleranza. Superare
la paura dell'Islam e vivere in una società più libera» (traduzione
di Stefania De Petris, Milano,
pagg. 264, € 17,00). Martha Nussbaum ha dedicato questo lavoro al suo maestro Arnold Jacob Wolf (1924-2008), che definisce come
«un gigante dell'ebraismo riformato americano».

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