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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 07:37.

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«Molte aziende stanno lottando per rimanere sulla cresta dell'onda in mercati in rapida trasformazione», dice Marcia Mogelonsky di Mintel a commento del rapporto Kpmg. «La domanda di prodotti locali, confezionati su misura e sempre più diversificati rappresenta una sfida seria nella competizione per le quote di mercato». Gli analisti prevedono per il futuro un prodotto ad hoc, meno calorico, con la barretta e il cioccolato che perdono di peso. E qui l'Italia è avanti anni luce rispetto ai competitor, con le sue innovazioni di packaging e di qualità.
Da peccato di gola, per chi non bada alla linea, il cioccolato punta a diventare a prodotto benessere. Negli ultimi anni la scure dell'Efsa, l'agenzia europea sulla sicurezza degli alimenti, si è abbattuta sui produttori ogni qual volta hanno provato a legare l'immagine del cacao alle sue proprietà benefiche.

Nel 2013, tuttavia, l'Unione Europea – sollecitata dagli svizzeri di Callebaut – potrebbe sdoganare l'ultimo tabù, dando il via libera alla speciale dicitura di prodotto anti-ipertensivo per le barrette contenente dieci grammi di cacao, con 200 mg di flavonoidi. È questa la nuova frontiera del settore? Dice Mario Piccialuti: «Gli studi indicano sempre di più come il cacao abbia anche virtù dal punto di vista salutistico, ma resta di fatto un consumo legato per lo più al piacere e all'autogratificazione che solo un buon prodotto di cioccolato sa dare, pertanto pur non potendo in assoluto escludere un'attenzione produttiva a tali nuove tendenze, ritengo che si tratterà di un fenomeno marginale». Ma forse aveva ragione Brillant Savarin, francese autore del volume Fisiologia del gusto, che alla domanda «Che cosa è la salute?» rispondeva secco: «C'est du chocolat».

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