Rita, l'Italia non ti merita

Rita Levi Montalcini

Nel 1953 il biochimico Stanley Cohen si affiancò al gruppo di St. Louis, e concorse a stabilire la natura, le caratteristiche molecolari e la distribuzione di NGF. Dalle ricerche del gruppo della Levi Montalcini e di altri è emerso come l'NGF sia necessario per la sopravvivenza delle cellule nervose, stimolando la crescita delle fibre nervose, che si dirigono verso la sorgente del fattore biochimico: solo quelle che stabiliscono il contatto con l'organo bersaglio che produce NGF sopravvivono. A partire dal 1977 Rita Levi Montalcini e il suo gruppo, avendo scoperto che NGF interagisce con la funzione di alcune cellule coinvolte nella funzione immunitaria, hanno lavorato all'ipotesi che NGF svolga un ruolo chiave non solo all'interno del sistema nervoso, ma anche a livello del coordinamento delle interazioni tra i sistemi implicati nel controllo dell'omeostasi dell'organismo.

Anche se da quando si è stabilita in Italia, e soprattutto dopo il Nobel, Rita Levi Montalcini si è lasciata trascinare forse troppo nelle logiche poco trasparenti della politica della ricerca scientifica italiana, rimane un'importante lezione civile il suo impegno degli ultimi anni per la formazione e il futuro dei giovani e per la diffusione di una cultura laica nel Paese. È stato costante, infatti, il suo richiamo ai politici e alla società civile in merito alla necessità di investire nella ricerca scientifica, ovvero per dedicare maggiori sforzi economici e intellettuali al miglioramento del Paese attraverso la promozione di una cultura che metta davvero le future generazioni nelle condizioni di governare in modo razionale i cambiamenti, e di risolvere pragmaticamente i problemi. Il modo migliore di ricordarla, al di là dei facili e ipocriti ovvero stucchevoli altarini, sarebbe di smetterla di asfissiare economicamente ricerca e istruzione, e dimostrare un vero salto di qualità nella percezione della cultura scientifica da parte del mondo intellettuale e politico italiano.

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