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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 08:19.
«Milano» secondo Paolo Rossi
Qua e là appare Marco Alemanno che recita una selezione di versi di Lucio e di Roberto Roversi da una finestra di Palazzo dei Notai, in memoria di una delle più proficue collaborazioni della musica italiana. Troppo solenne la «Anna e Marco» del duetto tra Fiorella Mannoia e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, un po' da falò la versione unplugged di «Cosa sarà» con Ron, Luca Carboni, Bersani e Angela Baraldi, quindi tocca di nuovo ai Negramaro, tutto sommato convincenti con «Felicità». La voce della Mannoia torna anche per «Cara», ma lo show s'impenna quando Paolo Rossi, da milanese e interista, esegue «Milano» sostituendo «Milan e Benfica» con «Inter e Benfica». Ron di nuovo sul palco con «Henna», poi «Il cielo» con i Negramaro e Alemanno che legge «Il coyote». Intensa l'esibizione degli Stadio, band storica di Dalla che interpreta «L'ultima luna».
Lucio lassù
Gaetano Curreri ricorda commosso qualche aneddoto poi cede il posto a Carone che l'anno scorso riportò Lucio a Sanremo e questa volta esegue «Se io fossi un angelo». Non proprio imperdibile «Quale allegria» interpretata da Morandi e Carboni. Mengoni torna sul palco per rispettare «Meri Luis», pochi istanti prima che Ornella Vanoni e Chiara Galiazzo eseguano «Chissà se lo sai». Performance così riassumibile: abbiamo perso una signora della canzone, ma forse ne abbiamo trovata un'altra. Del tutto convincente, invece, la cover di «Futura» di Mario Biondi. C'è spazio anche per il Cile, Paolo Simoni e il vincitore dell'ultimo Sanremo Giovani Antonio Maggio che insieme onorano «Com'è profondo il mare». Finale con tutti sul palco a cantare «Piazza Grande» con Morandi che detta il ritmo sulla chitarra acustica. Doveva essere una festa e festa è stata: ci siamo divertiti. Animati da una consapevolezza: Lucio è lassù. Nel senso che sovrasta, con la sua lezione musicale, tutti quelli che per lui hanno suonato
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