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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 21:37.

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Se n'è andato nel 1970 a 27 anni ma è «invecchiato» meglio di molti colleghi che sono ancora tra noi. Jimi Hendrix è ancora «vivo», forse perché la sua Stratocaster color crema suonava un po' come una macchina del tempo capace di «importare» musiche dal futuro. Ne è la prova «People, Hell and Angels», album di inediti del periodo '68-‘70 uscito oggi in tutto il mondo. «Somewhere», primo singolo estratto un mese fa, ha spopolato nelle charts americane per tutto febbraio ma in quello che è il nono disco postumo del Mancino di Seattle c'è molto altro. Scopriamolo traccia dopo traccia.

Earth Blues

La versione più celebre di questo cattivissimo funk è quella contenuta in «Rainbow bridge», album postumo del '71. Tutt'altra roba rispetto a questa, incisa il 19 dicembre 1969 durante le prove che porteranno al live «Band of Gypsys». Apoteosi del trio «afro» di Jimi, con Bill Cox a tessere trame nere sul basso e Buddy Miles che maltratta la batteria con sapienza. Energia pura.

Somewhere
Stephen Stills, eroe di mille avventure musicali folk e psichedeliche, era un grande amico di Jimi. Tanto per unire utile e dilettevole, nelle acide estati californiane si faceva dare da lui lezioni di chitarra. Lo coinvolse pure in un'ospitata di lusso nel suo omonimo esordio solista. Nel marzo del '68 Jimi gli mise un basso in mano e lo pregò di accompagnarlo in «Somewhere», mentre Miles dettava il tempo alla batteria.
Il risultato dell'esperimento è questa versione del brano, completamente differente da qualsiasi precedente ascoltato.

Hear my train a-comin'
Quando Jimi si chiuse per la prima volta in studio di registrazione con Cox e Miles lavorando sul progetto che sarebbe diventato «Band of Gypsys», l'obiettivo comune era provare a inventare «un nuovo tipo di blues». Il primo brano che suonarono insieme fu questa versione di «Hear my train a-comin'»: la quintessenza del blues secondo il Mancino di Seattle.

Bleeding Heart
Jimi era un fan del bluesman Elmore James. E «Bleeding Heart» di sicuro il suo brano preferito: aveva suonato il pezzo all'inizio del periodo con l'Experience alla Royal Albert Hall e aveva tentato di registrarlo a New York nelle settimane seguenti. Inciso nel corso della sessione per «Hear my train a-comin'» nel maggio '69, il brano esprime tutte le ferme convinzioni su tempo e arrangiamento che Hendrix testava con la sua musica. Prima di cominciare, Jimi istruì Cox e Miles su come volesse ottenere un tempo completamente differente dall'arrangiamento standard. Questa era l'idea, poi la sua chitarra cominciò a parlare...

Let me move you
Nel marzo 1969 Jimi ritrovò un altro vecchio amico: il sassofonista Lonnie Youngblood. Prima di esser scoperto da Chas Chandler nell'estate del ‘66, un Hendrix a caccia di notorietà in giro per gli States aveva dato un contributo con la sua chitarra, come turnista di studio, a Youngblood nel singolo R&B «Soul Food». Questa sessione del marzo '69 è la sceneggiatura di un vero e proprio «duello musicale» tra i due portentosi strumentisti, alle prese con questo velocissimo classico del rock'n'soul.

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