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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2013 alle ore 12:22.

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«Non riguardo mai i miei vecchi film. Voglio vivere nel presente, non nei ricordi»: Lucia Bosè è una donna il cui fascino è rimasto immutato col passare dagli anni, signora dall'animo gentile e al tempo stesso deciso, che detesta adagiarsi sul suo passato ma è anzi ancora desiderosa di nuove sfide professionali.
Lo dimostra la recente lavorazione di «Alfonsina y el mar», le cui riprese, girate in Sudamerica, sono terminate da poco.

La Bosè, diretta dai giovani Davide Sordella e Pablo Benedetti, interpreta la protagonista Lucia, un'attrice e regista italiana che decide di tornare nel suo paese d'infanzia in un deserto a nord del Cile. La donna è determinata a realizzare la sua utopia: creare un piccolo canale televisivo e portare così la magia del piccolo schermo in un luogo dove la televisione non è mai arrivata.

Un ruolo che sembra calzare a pennello all'attrice, che ricorda i suoi grandi successi nel mondo dello spettacolo come un sogno divenuto realtà, un regalo che la vita le ha fatto.
Parla con emozione di Luchino Visconti, il primo che le prospettò una carriera sul grande schermo, il regista che l'ammirò come pochi altri e con il quale, paradossalmente, non ebbe mai occasione di collaborare.

Non dimentica gli autori che la trasformarono in una diva, aggettivo in cui non ama specchiarsi, con i quali lavorò sempre per due volte: da Giuseppe De Santis a Luciano Emmer fino, naturalmente, a Michelangelo Antonioni.

Ospite d'onore all'inaugurazione della mostra «Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti» , Lucia Bosè è stata omaggiata da un video, inserito all'interno del percorso espositivo, realizzato dall'artista francese Alain Fleischer, a partire dalle fotografie dell'attrice sui set di «Cronaca di un amore» e de «La signora senza camelie», le due pellicole in cui è stata diretta dal maestro ferrarese.

Dominique Païni, il curatore della mostra, l'ha definita «la donna più bella del mondo», insieme a Greta Garbo e a Louise Brooks: una donna, Lucia Bosè, ancor prima che una diva, dalla femminilità indiscussa, portatrice di un fascino misterioso e quasi mistico, in piena sintonia con il cinema di Michelangelo Antonioni.

Una bellezza un tempo notturna, perfetta metafora delle nebbie degli esordi del regista, è oggi una signora solare e trascinante di cui Ferrara non ha potuto far altro che innamorarsi.

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