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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2013 alle ore 16:57.

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Il traffico internet a livello mondiale. Ogni linea rappresenta un percorso dati, e il colore il Paese: Usa (rosa), Regno Unito (blu scuro), Italia (azzurro), Svezia (verde) , sconosciuto (bianco) - Associazione per l'Analisi dei dati Internet, Università della California (TIPS)Il traffico internet a livello mondiale. Ogni linea rappresenta un percorso dati, e il colore il Paese: Usa (rosa), Regno Unito (blu scuro), Italia (azzurro), Svezia (verde) , sconosciuto (bianco) - Associazione per l'Analisi dei dati Internet, Università della California (TIPS)

Un'inchiesta su internet e sull'era digitale. Complessa. Ricca di testimoni, antefatti storici, dati di realtà. Non un processo. Perché Riotta non vuole arrivare a una sentenza. Ma appunto una grande inchiesta che non rinuncia a cercare una risposta, una chiave di interpretazione da poter offrire al lettore.

Quella risposta Riotta la azzarda. È la tesi "ufficiale" del libro, la "verità" affermata sin dal risvolto di copertina: il web «siamo noi», siamo noi «padri e madri e figli e figlie, l'umanità decisiva perché online il Buio non prevalga sulla Luce». Ma è in quelle maiuscole il segnale rivelatore di un'altra verità che percorre il libro, forse un'ossessione, certamente una paura. Che il web si stia trasformando da strumento di libertà in un inesorabile e potente moltiplicatore del populismo e della faziosità, in un fertilizzante del peggio che è in noi.

È una verità che Riotta spinge continuamente via da sé, alla quale non vuole darla vinta. Perché a dover prevalere è la fiducia, la volontà di «alimentare nei nuovi media digitali valori classici, tolleranza, ragione, equanimità, curiosità, allegria, critica, autocritica, libertà, dialogo, conforto». Ma quella realtà meno rassicurante torna continuamente. Preme attraverso le pagine, si apre una strada, talvolta prevale malgrado la volontà dell'autore.

È la tesi di chi teme che «il web ci renda ignoranti imponendo la cultura omogenizzata dell'enciclopedia Wikipedia, dove una voce è stilata dal massimo esperto della materia e la seguente da suo figlio, bocciato in tutte le materie». Di chi come Cass Sunstein, giurista della facoltà di Harvard, sostiene che la rete rischia di peggiorare le opinioni dei cittadini producendo «l'effetto eco nella stanza», vale a dire un meccanismo per cui ognuno risente solo la proprio voce, le proprie idee, amplificate da chi è d'accordo: «Il pericolo maggiore – scrive Sunstein – è l'estremismo ingiustificato. È assodato il fenomeno dei gruppi di individui che la pensano allo stesso modo e, dopo essersi confrontati tra di loro, finiscono per credere a una versione più radicale ed estrema della loro prima idea col pericolo di arrivare a una situazione in cui la gente demonizza chiunque sia in disaccordo: un rischio reale per le nostre democrazie».

In fondo è quello che noi italiani abbiamo imparato da ragazzi leggendo i Promessi sposi e l'esperienza di Renzo Tramaglino all'osteria durante i tumulti di Milano: «La folla – osserva Riotta – spesso confonde anche le migliori intenzioni».

La "verità" ufficiale del libro prova però a riprendere il controllo: «Il web non è Eden e non è Inferno, siamo noi, è la nostra vita, i fatti e le fantasie, i bisogni e le speranze ricamati insieme da un software meraviglioso».

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