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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2013 alle ore 16:36.

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La Valle d'Aosta, la più piccola regione italiana, è racchiusa fra le quattro vette più alte d'Europa: il Cervino, il Gran Paradiso, il Monte Rosa e il Monte Bianco, che la proteggono dalle correnti fredde, contribuendo ad un clima che, nella valle centrale percorsa dalla Dora Baltea, è adatto alla coltivazione della vite.
La vocazione principale della regione è ovviamente quella turistica, ma col passare degli anni il settore vitivinicolo sta acquisendo una sua importanza, anche, ma non solo, di supporto al turismo stesso.

La vite cresce in Valle ad altezze comprese tra i 350 e i 1.200 metri, per una superficie vitata inferiore ai 700 ettari, spesso su pendii molto ripidi, dove sono necessari terrazzamenti con muretti a secco, un po' come abbiamo visto per la Valtellina.
La storia della vite in Valle ha origini antiche, fin dall'epoca romana.
L'essere Regione a Statuto Speciale ha portato negli anni importanti risorse finanziarie per lo sviluppo della viticoltura, permettendo il recupero, la selezione ed il reimpianto di vitigni autoctoni e tradizionali, un vero e proprio patrimonio di rarità enologiche da custodire e tutelare.

Come non citare, ad esempio, tra i vitigni a bacca bianca il Malvoisie, il Priè Blanc e il Petite Arvine, e tra i vitigni a bacca rossa il Cornalin, il Fumin e il Premetta ?
Il clima ed i terreni sembrano prediligere i vitigni a bacca bianca, ma gli eccellenti risultati ottenuti anche con i rossi non devono farceli relegare in un secondo piano.
I produttori sono sia cooperative, sia piccolissime aziende agricole, espressione di una famiglia o addirittura di una singola persona, un artigiano della terra e della montagna, spesso artefice di veri e propri gioielli enologici.Di seguito racconterò proprio due di questi vignerons, Maurizio Fiorano ed Elio Ottin.

Château Feuillet – Saint Pierre (AO)
Maurizio Fiorano, piemontese, imprenditore di successo nell'edilizia, a metà anni '90 decide di cambiare radicalmente vita, segue la moglie Milena in Valle e scopre la passione per la viticoltura.
A quel punto il passo è breve: da un lato Maurizio reimpianta i vigneti del nonno di Milena, e dall'altro, spinto dalla passione, per un paio d'anni lavora presso altri vignerons per imparare sul campo i segreti del mestiere.
L'azienda agricola decolla, i vini migliorano di vendemmia in vendemmia, oggi si sprecano i riconoscimenti.
Dopo circa 15 anni, Maurizio lavora 5 ettari di vigneti, produce 35.000 bottiglie suddivise tra una decina di etichette diverse.
Ho voluto assaggiare il Petite Arvine 2012, vino di punta dell'azienda, pluripremiato dalle guide nelle annate precedenti.

Petite Arvine 2012 – Valle d'Aosta DOC
Vino bianco fermo, di gradazione 13 %, ottenuto al 100 % da uva Petite Arvine.
Se ne producono circa 6.000 bottiglie.
Il vigneto è su due appezzamenti diversi, uno sui 700mt. e l'altro sugli 800mt.slm.
Vendemmia eseguita in piccole cassette a fine ottobre, vinificazione e affinamento in acciaio.
Non viene effettuata la fermentazione malolattica.
In primavera viene messo in bottiglia, due mesi di affinamento e a fine primavera, inizio estate viene messo in commercio.
E' sicuramente un grande vino, dal colore giallo paglierino, tenue, non troppo intenso.
E' al naso che sviluppa tutte le potenzialità del vitigno: aromaticità, noti agrumate come pompelmo, cedro e scorza di limone, fiori di campo e molto altro.
Assaggiandolo se ne percepisce l'intensità, è morbido ed elegante, di una grande sapidità, a dire il vero forse persino eccessiva.
Prezzo in enoteca: 16 €

Elio Ottin – Aosta (AO)
Elio è un tipico esempio degli artigiani della terra e della montagna di cui parlavo nelle righe precedenti.
Proviene da una famiglia di viticoltori da generazioni, da sempre conferenti le proprie uve ad una cooperativa locale.
Elio coniuga il suo lavoro principale, tecnico agrario presso l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Autonoma Valle d'Aosta, con il lavoro in vigna, ma la passione per il vino e la terra prevale, tanto da portarlo a lasciare il pubblico impiego e a dedicarsi a tempo pieno all'agricoltura, non solo vigneti, ma anche frutteti ed allevamento di vacche valdostane da latte.

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