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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2013 alle ore 08:27.

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A sentire la canea populista, il Parlamento è il simbolo di ogni male, l'emblema della corruzione, il santuario della casta. Vizi. Privilegi. Prebende. Un'aula sorda e grigia che i manipoli devono poter aprire come una scatoletta di tonno e dove possono bivaccare (Occupy) con borracce colme di acqua di rubinetto per poi trasformarla in un ufficio-ratifica dei grotteschi Small Data della trilaterale Grillo, Casaleggio e Associati.

Secondo i teorici della democrazia assembleare, e i loro corifei politico-giornalistici, quattromila voti per Stefano Rodotà raccolti non si sa come valgono più della sovranità popolare del Parlamento. C'è da arrendersi, di fronte a tali enormità. Anche perché a fermare il delirio è rimasto ben poco: la politica insegue l'insania, i talk show fanno avanspettacolo, i giornali soffiano sul fuoco.
Ci sono eccezioni, per fortuna. Pilastri di civiltà e saggezza e competenza, a cominciare dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rieletto nonostante l'insensato assedio al Palazzo da parte delle Sturmtruppen del Generale Grillo, dei comunisti (!) e dei fascisti (!).
Un'altra eccezione alla follia imperante si trova alla Camera dei Deputati, cioè nel posto più impensabile secondo gli schemi dei professionisti dell'anticasta: l'Amministrazione della Camera, la Super Casta residente del Palazzo della Casta. Una riserva di eccellenze – certo privilegiata, non so con quante mensilità, ma fidatevi: ben meritate. Una burocrazia super qualificata che per una volta si riesce ad accordare senza alcun aggettivo denigratorio. Meno male che ci sono, i funzionari della Camera. Sarebbero in grado di trasformare chiunque – anche il più improbabile dei deputati (sappiamo tutti quali sono) – in un impeccabile presidente di seduta.

Vi siete mai chiesti come mai, anche nelle giornate più caotiche e di fronte alle richieste più pressanti, chi presiede l'Assemblea dà sempre l'idea di avere la situazione sotto controllo, di rispondere con la risposta giusta, di citare la prassi parlamentare corretta? La risposta è nella macchina operativa, nel cuore pulsante del Parlamento, nelle viscere del potere legislativo.
È uno spettacolo di armonia e di precisione vedere i funzionari d'Aula mentre pescano al volo lo speech giusto e il precedente corretto, ciascuno diverso a seconda della situazione, e poi passarlo a chi deve decidere sull'istante. Per non parlare della competenza legislativa, della conoscenza comparata, dell'efficienza nello scrivere una legge o un emendamento. Senza di loro sarebbe il caos, e non abbiamo bisogno di ulteriori caos. Semmai abbiamo bisogno di estendere al resto del Paese la credibilità di questa forza tranquilla. Guai, quindi, a proporre riduzioni, tagli e altre scemenze anticasta. Viva la Super Casta che sa garantire la continuità istituzionale e fa funzionare la macchina della politica anche nelle intemperie.

L'edizione 2013 del nostro annuale Stato dell'Italia viaggia su tre binari. Il primo è un manifesto per «Rifare l'Italia, senza rifare gli italiani» che è stato scritto da due intellettuali amici di IL: l'ex assessore alla Cultura della giunta fiorentina di Renzi, Giuliano da Empoli; e l'animatore di Italia Futura, oggi deputato di Scelta Civica, Andrea Romano. Sul secondo binario, più letterario, viaggiano le riflessioni colte di quattro scrittori che ci piacciono molto: Camilla Baresani, Francesco Pacifico, Antonio Pascale e Alessandro Piperno. L'ultimo binario, quello iconografico, è il nostro omaggio ai valorosi funzionari della Camera dei Deputati. Grazie. Buona lettura.

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