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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 08:48.

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Bob Dylan (Ap)Bob Dylan (Ap)

Il 27 maggio 1963, esattamente cinquant'anni fa, la Columbia Records pubblicava «The Freewheelin' Bob Dylan» (alla lettera: «Bob Dylan a ruota libera»), secondo album del songwriter di Duluth Minnesota che giungeva a poco più di un anno dal flop del disco omonimo. Rispetto all'esordio – un collage di standard con due soli inediti - c'era una novità sostanziale: dodici pezzi su tredici stavolta portavano la firma di Mister Zimmerman.

E che pezzi: inni pacifisti carichi di epos, invettive visionarie contro i signori della guerra, lucide rivendicazioni dei diritti civili, turbolente storie d'amore dal finale mai scontato. Personale e politico fusi insieme, in un unicum che di lì a poco diventerà cifra distintiva degli anni Sessanta. Più che un capolavoro di folk americano, «The Freewheelin' Bob Dylan» fu la bandiera del nascente Movimento. Gli rendiamo omaggio a modo nostro, raccontandovi aneddoti e curiosità su ogni canzone.

Blowin' in the Wind
Qualora vi toccasse l'ingrato compito di spiegare a un marziano chi è Bob Dylan, è molto probabile che partireste da qui: una folk ballad dalla struttura estremamente semplice, la dichiarazione programmatica di una poetica parecchio complessa. Gli ingredienti sono gli stessi che chi, nei primi Sixties, ascoltava dal vivo lo sconosciuto Dylan al Greenwich Village conosceva benissimo: una chitarra acustica, un'armonica diatonica, la voce tremolante di un ragazzo di 22 anni. A contare è soprattutto quello che questo ragazzo dice: «Quante strade deve percorrere un uomo/ prima di poterlo chiamare uomo/ e quanti mari deve navigare una colomba bianca/ prima di dormire nella sabbia/ e quante volte devono volare le palle di cannone/ prima di essere bandite per sempre/ La risposta, amico mio/ soffia nel vento». La melodia non era originalissima: lo stesso Dylan ammise di averla ricalcata dallo spiritual «No more auction block», risalente ai tempi dell'abolizione della schiavitù in Canada. Audace, negli anni delle battaglie per i diritti civili, era il messaggio. Ma non sarebbe arrivato così lontano se, tre settimane dopo l'uscita del disco, il trio Peter, Paul and Mary non avesse trasformato «Blowin' in the Wind» in una hit da 300mila copie. La fortuna aiuta gli audaci.

Girl from the North Country
Altra ballata folk, stavolta di argomento intimista: il Poeta è arrivato in città, ma sente bruciare la nostalgia per la «ragazza della terra del Nord» che «un tempo fu il mio vero amore». Si è discusso a lungo sull'identità della bella in questione: i critici hanno passato in rassegna le biografie di tutte le fidanzatine che il giovane Zimmerman ebbe in quel di Duluth. Altri vogliono che la «Girl» sia Suze Rotolo, la ragazza che in copertina cammina per il Village stringendo il braccio del Nostro. Nei mesi di stesura di «Freewheelin'», dietro insistenza dei genitori – una coppia di comunisti italoamericani -, venne a studiare a Perugia, lasciando sua Bobbità a soffrire le pene di Cupido. Brano splendido, con una melodia che a tratti richiama quella dello standard «Scarborough Fair».

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