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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 08:37.

Ecco perché sorprendeva la gente. La sua «galleria», come l'iconostasi in una chiesa ortodossa, aveva la funzione di legare il cielo e la terra nella comunione dei santi. Ai suoi occhi, gli uomini furono sempre più importanti delle idee; o piuttosto, egli vedeva le idee incarnate nelle figure umane: i decreti del concilio tridentino lo interessavano meno di san Carlo Borromeo che li tradusse nella sua vita di vescovo riformatore. Eccolo, dunque, nella camera dove doveva morire, circondato di santi, di parenti, di amici, di guide spirituali, che avevano tutti il loro posto nella sostenuta marcia in avanti della storia della salvezza. Giovanni dava molta importanza alle date, agli anniversari. Giovanni entra nella storia della salvezza nel 1881. Nello stesso anno nascono altri quattro bambini, le cui vite incroceranno la sua: Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, paleontologo, mistico; Ernesto Buonaiuti, suo compagno di studi in seminario, che si vedrà escluso dalla Chiesa come «modernista»; Alcide De Gasperi, che trascorrerà la Seconda guerra mondiale nella Biblioteca Vaticana, prima di assumere la direzione dei democristiani; e Agostino Bea, pure gesuita, che diventerà il presidente-fondatore del Segretariato per l'unità dei cristiani. Angelo Giuseppe Roncalli, nato per l'esattezza il 25 novembre, è uno degli ultimi arrivati in questo anno fecondo...
© 2000 MARGARET HEBBLETHWAITE
Il brano riportato è uno stralcio dall'introduzione del libro (curato da Marco Roncalli) di Peter Hebblethwaite,
Giovanni XXIII. Il Papa del Concilio, in uscita da Castelvecchi, pagg. 450, € 25,00

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