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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 18:23.

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Umbria: terra d'arte, di castelli, d'olio e... di vino

Una delle regioni più belle d'Italia è sicuramente l'Umbria, per la sua storia, le sue tradizioni, le sue opere d'arte, i suoi borghi, l'alta qualità della vita.
Un dato innegabile è anche la crescita esponenziale della qualità dei suoi vini, sia quelli più tradizionali, legati al territorio, sia quelli utilizzanti vitigni internazionali.
Oggi voglio usare lo spazio a mia disposizione non tanto per fare un quadro enologico della regione, ma piuttosto per raccontare la storia di due famiglie di viticoltori umbri, con in comune l'emigrazione in Svizzera nel dopoguerra alla ricerca di fortuna e la voglia di reinvestire molti hanni dopo in agricoltura e nelle proprie terre il frutto degli anni trascorsi oltralpe.

Moretti Omero – Giano dell'Umbria (PG)
L'azienda nasce nel dopoguerra, quando il nonno di Omero, Domenico, al suo ritorno dalla Svizzera, dove era emigrato anni prima in cerca di fortuna, acquistò il primo oliveto.
Il padre ha continuato l'attività, instradandovi anche il figlio, fin da piccolo più avezzo alla ricerca delle ciliegie che non allo studio, come in alcuni episodi di guareschiana memoria.
Oltre che agli olivi ed alle viti, nell'arco degli anni, per far crescere l'azienda si è dedicato anche ad altri lavori, come il norcino a domicilio, come ama raccontare lui stesso davanti ad un bicchiere dei suoi rossi.
Omero, prima che un imprenditore, è un contadino, nel senso più puro e concreto del termine, sapendo essere innovatore e conservatore al tempo stesso, o meglio innovatore nel solco della tradizione.
Innovatore perchè è stato tra i primi in Umbria a credere nel biologico, tanto che l'azienda fa agricoltura biologica già dal 1992, innovatore per la sperimentazione sui lieviti autoctoni (di cui parlo più avanti a proposito del Vignalunga 2006), innovatore perchè è stato artefice del gemellaggio tra gli agricoltori biologici umbri e quelli californiani, con scambio di visite nelle rispettive aziende.
Nel solco della tradizione perchè lavora prevalentemente sui vitigni del territorio, per cercare quell'unicità, quella tipicità, quei marcatori che possano caratterizzare i vini umbri in un mercato enologico sempre più aggressivo: in una parola, quella che sempre più spesso usano quelli bravi, alla ricerca del "terroir".
Nell'azienda oltre alle 4.500 piante di olivo, vi sono 11 ettari di vigneto, che permettono una produzione di 45.000-48.000 bottiglie, divise su 7 etichette diverse.
Come ogni azienda familiare, tutti danno il loro contributo, dalla moglie Daniela, alle giovani figlie Giusy, architetto per il momento più concentrata sul mondo del vino, e Lucia, studentessa di Economia.
Senza dimenticare il vero supervisore dell'azienda, colei che ancora oggi sta attenta che tutto sia fatto a regola d'arte: Guendalina, la mamma ultraottantenne di Omero. Fra i suoi vini ho assaggiato il Vignalunga.

Vignalunga 2006 Sagrantino di Montefalco DOCG
Vino rosso, di grado alcolico pari al 15 %.
E' ottenuto da uve sagrantino in purezza, tutte da Agricoltura Biologica.
Se ne producono 650 bottiglie.
La vinificazione avviene in acciaio, mentre l'affinamento è per 2 anni in tonneaux e per 6 mesi in bottiglia.
E' un vino autoctono al 100 %, in quanto i lieviti usati in fermentazione provengono da uve dell'azienda, risultato di una sperimentazione condotta con la Facoltà di Agraria dell'Università di Perugia, che ha coinvolto anche altre 7 cantine.
Il colore è estremamente intenso, quasi imperscrutabile: rosso rubino,con riflessi violacei.
I profumi affiorano lentamente, sono tenui e delicati, ma allo stesso tempo penetranti: le piccole more di bosco, la prugna, ma anche note chinate.
In bocca è caldo ed avvolgente, si confermano le note fruttate ed emergono delle senzazioni speziate.
Ha un piacevole retrogusto anche se manifesta un finale forse un po' troppo astringente.
Nonstante sia un vino che ha ormai 7 anni, lo definirei ancora giovane, da risentire tra qualche primavera.
Prezzo in enoteca: 40 Euro

Tenuta Corini – Montegabbione (TR)
L'azienda è stata fondata una ventina d'anni fa dalla famiglia Corini e da Achilles, il loro grande amico svizzero, a Montegabbione.
Attualmente la superficie vitata è pari a otto ettari. Le bottiglie prodotte sono circa 30.000 per 4 etichette.
Per fine anno è prevista l'uscita della prima bollicina: un Pinot Nero Rosè Metodo Classico con almeno 24 mesi sui lieviti.
In azienda lavora papà Fausto, aiutato dalla moglie, Antonella e, quando non è in Inghilterra per lavoro, dal figlio Stefano. Enologo dell'azienda è il ben noto Riccardo Cotarella.

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