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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2013 alle ore 13:53.

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Colle di Luni: il Vermentino della Riviera di Levante

Questa è una delle settimane più importanti dell'anno per gli amanti del vino: il 10 agosto, notte di San Lorenzo, il Movimento Turismo del Vino e Città del Vino, l'associazione dei comuni vitivinicoli d'Italia, si uniscono per dare vita a decine di eventi in tutta Italia a base di degustazioni sotto le stelle, musica, spettacoli e quant'altro.
Proprio per questo ho scelto di raccontare nelle righe seguenti il territorio e i vini della Riviera di Levante attraverso tre cantine liguri appartenenti al Movimento Turismo del Vino.

La Riviera di Levante è quel tratto della costa della Liguria che va da Genova al Golfo della Spezia.

E' una costa in gran parte alta ed impervia, poichè le catene montuose in molti punti arrivano quasi sul mare: si pensi alle famose scogliere a picco delle Cinque Terre.

E' una costa frastagliata, con insenature, baie ma anche con alcune spiagge sabbiose: un susseguirsi di paesaggi suggestivi e spesso unici.

I vini più famosi della Riviera di Levante sono il Cinque Terre, lo Sciacchetrà, vino passito dolce sempre delle Cinque Terre, ed il Colle di Luni, argomento principale di questo mio articolo.

Colle di Luni è una denominazione che comprende il territorio del Golfo di La Spezia, scendendo e sconfinando fino alla Toscana, nella vicina provincia di Massa e Carrara.

In questa zona i vigneti sono tutti su pendii piuttosto impervi, tanto da costringere l'uomo a creare le vigne su terrazze.

Nella versione vino bianco, il vitigno più usato è il vermentino ligure, protagonista con percentuali diverse di tutte le DOC della regione.

Il Vermentino risente positivamente della vicinanza e del profumo del mare, permettendo di produrre vini freschi, di buona acidità e dai profumi floreali e fruttati.

Cantine Lunae Bosoni – Ortonovo (SP)

La famiglia Bosoni si è occupata da sempre di agricoltura, ma nel 1966 Paolo Bosoni decide di focalizzare la sua azienda interamente sulla vitivinicoltura.

Il nome Lunae deriva da Luni, frazione di Ortonovo, antica e prospera colonia romana, di cui abbiamo numerosi resti.

Si parte con una decina di ettari, fino ad arrivare agli attuali 45, a cui si aggiungono le uve fornite da 150 conferitori.

L'azienda si è sviluppata negli anni grazie al lavoro di tutta la famiglia: dalla moglie Antonella, al fratello Lucio ed ora anche i figli Diego e Debora.

Diego, per farmi capire quanto fosse forte il legame del papà con la terra ed il vino, mi racconta di quando, nel giorno del suo battesimo, dopo la cerimonia, Paolo lo portò in cantina e lo battezzò nuovamente con il vino!

La filosofia di Paolo è sempre stata quella del rispetto della natura, della ricerca e sviluppo dei vitigni autoctoni, dell'evitare l'uso dei diserbanti.

Nel 2004 è stata inaugurata Ca' Lunae, una sorta di centro per la valorizzazione della cultura del vino, con all'interno anche un museo del vino ed un laboratorio-liquoreria.
Attualmente le bottiglie prodotte sono circa 450.000, ripartite su una dozzina di etichette.

Io ho assaggiato il loro Colli di Luna Bianco.
Fior di Luna 2012 Colli di Luna Bianco DOC
Vino bianco secco, di gradazione pari al 12,5 %. Si ottiene con uve Vermentino (60 %), Albarola (30 %) e Greco (10 %) .

Le bottiglie prodotte sono poco meno di 50.000.

Le viti in produzione hanno un'età media di 35 anni.

Alla vendemmia manuale seguono vinificazione ed affinamento in acciaio.

Il colore è giallo paglierino, non molto intenso, con dei riflessi verdognoli.
Al naso è piacevole, emergono in modo netto sentori floreali e fruttati, frutta gialla tra cui la pesca.

Al gusto si ha una buona sapidità e un lieve retrogusto amarognolo finale.
Prezzo in enoteca: 8 Euro

La Baia del Sole – Ortonovo (SP)

L' Azienda Vinicola "La Baia Del Sole" si trova nell' Antica Luni di Ortonovo, territorio che, come abbiamo già visto, vanta una storia antica essendo stato una fiorente colonia romana.

La famiglia Federici è da sempre una famiglia contadina: i figli Luca ed Andrea sono almeno la quinta generazione di vinificatori: nonni e bisnonni infatti producevano e vendevano vino sfuso.

Papà Giulio ha avuto il grande merito di credere profondamente nelle potenzialità del suo vino, per cui ha smesso di fare il falegname e si è dedicato a tempo pieno alle vigne, cambiando la filosofia aziendale per passare da azienda agricola che vendeva vino sfuso a cantina presente sul mercato con proprie etichette.

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