Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2013 alle ore 11:23.

My24

Scrivere di The Wire è un problema: è così vasto che in un articolo si può solo trattare di singoli aspetti. E in genere, un articolo su The Wire serve solo a dire a chi lo ha visto che sei dei loro e a chi non lo ha visto di vederlo.
Noioso. Come è noioso riferire di cosa parla: della città di Baltimora. Attraverso la lente rotta e opaca della polizia locale, in cinque stagioni (e l'elenco che segue non ha mai convinto nessuno a buttare sessanta ore della sua vita) si trattano, uno per stagione, cinque aspetti fondamentali della vita di una comunità cittadina: lo spaccio; il porto (col sindacato scaricatori e il contrabbando); la politica; il sistema scolastico pubblico; il giornalismo. La città ruota continuamente, inquadrata da sotto, poi di lato, poi da sopra, poi ancora da sotto… Sembra un graphic novel di Chris Ware, o Piranesi, o un documentario di Gary Hustwit, o la mappa del carcere tatuata sul corpo del protagonista di Prison Break. È un'opera totale, un La vita istruzioni per l'uso portato avanti senza concessioni di nessun tipo ai luoghi comuni narrativi televisivi (tranne il montaggione corale retorico con musica, usato ogni tanto per tentare disperatamente di tirare le fila del discorso). The Wire ha una specie di protagonista primus inter pares in McNulty, poliziotto riottoso, ma in ben due stagioni su cinque viene defilato ai margini del racconto: non perché l'attore che lo interpreta abbia deciso di tentare la fortuna a Hollywood e non abbia dunque più tempo per la tv, ma perché il destino è capriccioso, e allora lo è anche il minutaggio di McNulty stagione dopo stagione. Come se Mad Men ci concedesse un bell'anno senza Don Draper. Ma tra The Wire e il suo spettatore c'è sempre un ostacolo: sì, ho visto cinque puntate, non mi ha preso, ho lasciato. La sessantina di ore di cui consta s'impone, per tutti quelli che l'hanno fatto, come una delle esperienze culturali, artistiche, o anche solo di tempo libero più forti della propria vita. Ma se non ti prende?
Come insegna il Vangelo, il buon pastore lascia il gregge per andare a cercare le pecorelle smarrite, e io mi disinteresserò degli appassionati per parlare allo swing voter. E come insegna il Vangelo, spiegherò i meriti di The Wire a partire da una parabola.
Se il primo giorno di scuola fosse il pilota di una normale serie tv, andrebbe più o meno così: la ragazza che ti tirerà scemo dai quattordici anni ai diciassette, concedendosi solo di rado per un bacio, il primo giorno ti scriverebbe un bigliettino misterioso, o ti guarderebbe storto, o ti andrebbe a sbattere addosso in corridoio.
Il compagno di banco scelto dalla sorte, che a quindici anni ti verrà ad aiutare quando due grossi ti mettono in un angolo, al quinto minuto del pilota ti darà una pacca discreta per avvisarti che la professoressa ti sta guardando mentre disegni una donna nuda. Sì perché è la storia di te che diventi – che ne so – l'illustratore del giornalino studentesco, e quindi il primo giorno ti beccheranno a disegnare figurine svestite per far capire che sei originale, spericolato, ispirato.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi