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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2013 alle ore 18:18.

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Franciacorta terra di bollicine metodo classico

La Franciacorta è una delle zone spumantistiche più vocate d'Italia, con Il Trentino e l'Oltrepò Pavese. E' una splendida regione che si estende a sud del lago d'Iseo, in provincia di Brescia, con dolci colline moreniche che pigramente si appoggiano fino alla pianura, caratterizzata da un clima mite e favorevole.

L'origine del termine Franciacorta deriva da "curtes francae": piccole comunità di monaci benedettini dedite alla bonifica dei territori e all'istruzione dei contadini alla coltivazione dei campi. In cambio di questi servigi erano esentate dal pagamento dei dazi per il trasporto ed il commercio delle loro merci.

E' una zona ricca di abbazie, chiese, conventi ed antichi palazzi: la sua tradizione vitivinicola risale perlomeno al Medio Evo, come risulta da documenti scritti dell'epoca, ma forse è ancora più antica, addirittura di epoca romana.
La moderna vitivinicoltura in Franciacorta nasce invece alla fine degli anni '60 ed ha un continuo e vorticoso sviluppo: oggi sono circa 2.000 gli ettari vitati, ha ottenuto la denominazione DOCG ed un indiscusso riconoscimento dell'alta qualità raggiunta con le bollicine Metodo Classico prodotte.

Il metodo classico è un processo di produzione di vino spumante la cui caratteristica principale è indurre la rifermentazione in bottiglia dei vini attraverso l'introduzione di zuccheri e lieviti selezionati (liqueur de tirage).
In questo modo il vino acquisisce la tradizionale pressione (visibile sotto forma di bollicine) garantita dall'anidride carbonica prodotta dalla seconda fermentazione (presa di spuma) avvenuta in bottiglia.
Di seguito presento due aziende della Franciacorta: Ricci Curbastro e Uberti.

Ricci Curbastro – Capriolo (BS)
La famiglia Ricci Curbastro ha tradizioni agricole risalenti al XIII° secolo.
L'azienda sita in Franciacorta, a Capriolo (BS), produceva vini in bottiglia già nell'Ottocento, come testimonia l'etichetta datata 1885.
Gualberto Ricci Curbastro, purtroppo scomparso proprio all'inizio di questo mese di agosto 2013, fu l'artefice, a partire dal 1967, della trasformazione in una moderna impresa vitivinicola.
Gualberto, oltre a seguire 48 vendemmie, ha costruito il Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro, inaugurato nel luglio 1986 e continuamente ampliato nel tempo.
Migliaia di oggetti, frutto di anni di ricerche, che ricostruiscono la storia del lavoro agricolo e la vita contadina.
Alla guida dell'azienda vi è da tempo il figlio di Gualberto, Riccardo, enologo, che si è molto dato da fare nel rinnovo della cantina e nell'accrescimento del parco dei vigneti.
Riccardo si è dedicato molto anche agli incarichi associativi: è stato presidente del Consorzio Vini Franciacorta ed attualmente è presidente di FederDoc e di EFOW, European Federation of Origin Wine, l'associazione europea che riunisce i consorzi del vino.
L'azienda dispone di 26 ettari vitati, che consentono di produrre circa 200.000 bottiglie / anno, suddivise su 14 etichette, di cui 6 Franciacorta. A queste si aggiungono le Franciacorta D.O.C.G. MR, Museum Release, realizzate solo in alcune annate.
Ho degustato proprio una delle etichette MR, il Satèn 2004.

Franciacorta Satèn Brut Museum Release 2004
Il Marchio MR Museum Release contraddistingue una particolare linea di bottiglie, prodotte solo in alcune annate, bottiglie che giungono alla sboccatura dopo un numero di anni di maturazione in cantina sui lieviti superiore a quanto normalmente fatto dall'azienda: si arriva anche a 6,7 e persino 8 anni!
Tale marchio, inoltre, fa riferimento al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro.
Il Saten MR 2004 è uno Chardonnay in purezza, con maturazione in catasta sui lieviti per almeno 65 mesi (sette anni dalla vendemmia), tenore alcolico del 12,5 %.
Ne sono state prodotte 2.500 bottiglie.
E' un vino da usare a tutto pasto, naturalmente ideale per il pesce. Personalmente l'ho sperimentato con successo con una torta salata alle melanzane e ricotta.
Il colore è bellissimo, giallo paglierino lucente, di buona intensità, con riflessi verdolini.
Il perlage è di buona finezza, continuo, danzante nel bicchiere con una notevolissima durata e persistenza.
Al naso è fresco e coinvolgente fin da subito, con i tipici sentori di crosta di pane, ma anche di fieno, fiori di campo e biancospino. Ampia la parte fruttata: dall'ananas agli agrumi, soprattutto cedro ma anche uva spina e forse un leggero sentore di albicocca.
L'attacco in bocca è nel segno anch'esso della freschezza e della mineralità: conferma la capacità della Ricci Curbastro di proporre vini in grado d'invecchiare, o meglio maturare, con brio.

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