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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 19:45.

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Quanti vini autoctoni ci sono in Abruzzo

L'Abruzzo è una regione estremamente affascinante, che ha dovuto negli ultimi anni lottare e rialzarsi contro i cataclismi della natura, abitata da genti orgogliose, decise, piene di quella dignità contadina e montanara che molto spesso viene sottovalutata, ma che più di una volta è stata motore di straordinari successi, anche e soprattutto nel mondo del vino.

E' una regione di parchi naturali, ricca di paesaggi e territori, di enorme varietà ed indiscussa bellezza.

Ed in questa varietà, si trovano anche tantissimi vitigni autoctoni, sia rossi che bianchi, che sanno declinarsi in modo anche radicalmente diverso per zone e caratteristiche morfologiche.

Parlo dei più noti Montepulciano e Trebbiano, ma come non ricordare i sempre più emergenti cococciola, pecorino e passerina ?

Nelle prossime righe voglio raccontare 2 cantine familiari, dove il comune denominatore è la passione, una del teramano, l'altra di Chieti, e due vini da vitigni autoctoni. Il primo da Montepulciano, il più noto, a bacca rossa, forse il vero simbolo della regione, il secondo da Pecorino, a bacca bianca, riscoperto negli ultimi anni.

Cantina De Angelis Corvi – Controguerra (TE)

Corrado De Angelis Corvi ha fondato la sua azienda agricola, dedita a vino ed olio, nel 2002 a Controguerra, paese d'origine di tutta la sua famiglia: siamo nell'Abruzzo del nord, al confine con le Marche, nel cuore delle Colline Teramane, vicino al mare Adriatico e di fronte al massiccio del Gran Sasso.

Fino ad allora Corrado si era occupato di veicoli industriali, ed era pure astemio.

La svolta data alla sua vita è stata un po' un ritorno alle origini, una passione scaturita dai suoi ricordi: quando era ragazzo la sua famiglia aveva una cantina nelle Marche, per cui Corrado è cresciuto tra vigneti, vendemmie e botti.

La nuova cantina è stata realizzata con la massima attenzione all'impatto ambientale, cercando di coniugare innovazione e rispetto delle tradizioni vitivinicole abruzzesi, i vigneti sono coltivati con metodo di agricoltura biologica.

Nell'azienda è coinvolta attivamente tutta la famiglia: Valeria la moglie e Candida la figlia.

Attualmente la superficie vitata è di 8 ettari, di cui 6 a Montepulciano e 2 a Trebbiano.

Produce circa 50.000 bottiglie all'anno, divise tra 4 etichette.
L'enologo è Goffredo Agostini.

Ho assaggiato il loro prodotto di punta, l'Elévito 2009, un Montepulciano d'Abruzzo.

Montepulciano d'Abruzzo colline Teramane DOCG Riserva Elévito 2009
Corrado ha voluto dedicare questo vino ai suoi genitori: Elena e Vito, da cui il nome Elévito.
E' un vino rosso, ottenuto dalla vinificazione in purezza delle uve di Montepulciano, coltivate in regime di agricoltura biologica.
Le bottiglie prodotte sono solo 3.000, la gradazione è importante, del 15 %.
Vinificazione in acciaio.
L'affinamento è per 6 mesi in acciaio, a cui seguono 24 mesi in barrique di rovere francese ed infine 6 mesi in bottiglia.
E' un vino atto all'invecchiamento, 10-15 anni ed oltre, se ben conservato.
Si presta ad abbinamento con arrosti, carni importanti, formaggi molto stagionati.
Visivamente è di colore rosso rubino intenso, fitto, con lievi sfumature violacee.
Al naso è intenso, franco e di buona complessità. Prevalgono i frutti rossi maturi, come ad esempio le prugne, e le spezie, dal pepe nero al chiodo di garofano. Note tostate di caffè.
In bocca è robusto, pieno, dotato di buona armonia e giustamente tannico. Perfetta corrispondenza con le impressioni olfattive, ho la sensazione di trovarmi davanti ad un "bambino": nonostante sia un vino di 4 anni, credo che ce ne vorranno altrettanti, se non di più, per esprimerne le potenzialità.
Prezzo in enoteca: 20 Euro

Tenuta I Fauri – Chieti (CH)

Tenuta I Fauri è prima di tutto una famiglia con la passione di fare vino: questo è quanto dicono subito i Di Camillo, fondatori e proprietari dell'azienda.

Papà Domenico ha rilevato nel 1979 da suo padre un 'attività commerciale nel settore vino, ed ha aperto la sua azienda agricola.

Siamo alle porte di Chieti, su quelle colline che dalla Majella si adagiano pigramente fino ad arrivare al mare.

All'inizio si produceva vino sfuso, fino ad arrivare al 1997 alla prima bottiglia.

Domenico ha coinvolto tutta la famiglia: prima la moglie, Tiziana, e poi, una volta raggiunta l'età, i figli, Valentina e Luigi, entrambi enologi.

La famiglia è nota come i Baldovino, in parte derivante dal nome di un avo, ed in parte perchè famiglia di vino.

Dal 2006 in azienda è avvenuto una sorta di ricambio generazionale: Domenico ha lasciato al figlio Luigi, allora di appena 23 anni, la responsabilità della cantina, dedicandosi prevalentemente ai vigneti.

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