Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 15:19.

My24

Solo un anno dopo la pubblicazione del Sentiero dei nidi di ragno, un 25enne Italo Calvino s'interrogava, in un intervento su Rinascita intitolato «Ingegneri e demolitori», sulle potenzialità della scrittura di «denuncia». «Noi scrittori d'oggi ci inseriamo nella storia solo con la "denuncia", il "documento della crisi"; di fatto la subiamo, la storia, quasi per un'antica rassegnazione a non poterla dirigere. […] La "letteratura di denuncia" ha detto ormai abbastanza.

Insistervi limitandosi ad essa sarebbe ipocrisia». Sin dal 1948, dunque, lo scrittore chiudeva i conti con ciò che era stato scritto su quegli anni. Erano anni ad alta intensità collettiva, anni di resistenza e di camicie sbrindellate; di sudori capaci di permeare le pareti del tempio della storia. Nacquero grandi opere, opere letterarie, opere di testimonianza – spesso erano le migliori –, opere allegoriche. Sin da quel tempo, però, Italo Calvino auspicava, per la letteratura, «un mondo di nuove fantasie, di nuovi contatti con la vita, con la morte, l'amore, la città, la natura».
E oggi? Cos'è la «letteratura civile»? Cos'è il «civile»? Scriveva Luigi Pirandello in L'uomo, la bestia e la virtù: «Civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi, fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele». Civile è poi ciò che concerne la collettività («il cittadino di uno stato, soprattutto nel suo rapporto con gli altri cittadini») e, tra le varie accezioni, ciò che è «rispettoso dei diritti e delle esigenze altrui. Dunque: ammodo, educato».

Sfogliando le pagine dei quotidiani degli ultimi anni, troveremo innumerevoli fatti di cronaca. Oggi la storia è cronaca, sia quando è cronaca sia quando è storia. Leggendo di eventi trascorsi, in molti casi ci ritroveremo a dire: «Me n'ero dimenticato». Si tratta di quegli eventi i quali, nel momento stesso in cui accadevano, ci parevano memorabili. Utøya, bomba di Brindisi, Costa Concordia. Tutti noi sappiamo di cosa si tratta: ma eventi di queste dimensioni sono saldamente nelle nostre menti? O seguono flussi ondivaghi, eterei, non collettivi? Questo smarrimento non è accaduto persino con la morte di Giulio Andreotti, evento che sarebbe parso simbolicamente la fine di un secolo e di uno stato dell'essere uomo e uomo politico?

Tutto ciò che ci rimane
Nato nel 1985, solo una ventina d'anni dopo sono giunto a conoscenza della storia di Alfredino Rampi. Mi è capitato tempo fa poi di incontrare un compagno di giochi delle elementari che si chiamava proprio Alfredino: mi raccontò di essere stato chiamato così in onore del piccolo Alfredino Rampi, morto in un pozzo artesiano sette anni prima della sua nascita. È possibile nel 2019 immaginare una neonata Melissa in onore di Melissa Bassi?

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi