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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2013 alle ore 07:49.
L'ultima modifica è del 25 ottobre 2013 alle ore 16:44.

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Lorenzo Iuracà sul palco della X Factor ArenaLorenzo Iuracà sul palco della X Factor Arena

Gara «a tre»: Gaia, Valentina e Viò
Per quanto riguarda la gara, davanti a tutti gli altri ci sono sempre le Under Donna di Mika. Superlativa Gaia che ruggisce la «Seven Nation Army» dei White Stripes nel microfono: grande voce e buona presenza scenica che riescono a sublimare persino l'arrangiamento non proprio indimenticabile della base. Valentina appare perfettamente a suo agio su «Where is the love» dei Black Eyed Peas. Forse emozionerà meno rispetto alle Audizioni ma guadagna punti alla sezione «femminilità». E non le guasta. Quanto alla «casta diva» Violetta, trasformata in Viò per evitare sovrapposizioni onomastiche con il telefilm della Disney, risulta un tantino normalizzata dall'interpretazione «Let her go» di Passenger. Niente country, blues e rock and roll per lei stavolta. Morgan non condivide e ne approfitta per farsi sotto: «La prossima volta fammi vedere l'ukulele».

Elio mette in difficoltà gli Over
Nella categoria Over pesano le scelte non proprio illuminate di Elio. Aba - nome d'arte scelto dalla ex concorrente di «The Apprentice» Chiara Gallana onde evitare sovrapposizioni con la Galiazzo – ha portato «You oughta know» di Alanis Morrisette. Il brano c'entra poco con lei, ma ne esce onorevolmente grazie alle sue indubbie doti vocali. Allo stesso modo Alan non c'entra molto con «Creep» dei Radiohead. Alle note ci arriva facile, il guaio è che dello spirito del brano deve aver capito poco se lo intona come fosse l'inno dell'ottimismo. Fabio deve vedersela con un arrangiamento circense di «Sotto casa» di Max Gazzé. L'idea è buona, il brano una brutta bestia, l'interpretazione non proprio precisissima. Da rivedere.

Andrea e Michele, fenomeni Under
Tra gli Under Uomini bravo il beatboxer Andrea che interpreta con originalità e divertimento «Clint Eastwood» dei Gorillaz, bravissimo Michele in versione Harry Potter che si produce in una intensa cover della «Carte da decifrare» di Ivano Fossati. Stupiscono gli Street Clerks, strumenti in mano (mandola, chitarra acustica, contrabbasso, cocktail drum kit) e voci in armonia su «Wake me up» di Avicii. Sono evidentemente quelli che, nella categoria dei gruppi, possono andare più avanti. Solito carnevale per gli Ape Escape che sforzano l'ugola e sventolano chiome su «Burn it down» dei Linkin Park. Grandi voci ma poco credibili. Se sono ancora lì, significa che la simpatia sposterà voti.

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