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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 17:41.
L'ultima modifica è del 01 novembre 2013 alle ore 16:45.
I tre volti della paura (1963) di Mario Bava
Mario Bava, l'autore horror per eccellenza del nostro cinema, si è dedicato ai vampiri ne «I tre volti della paura». «I Wurdalak», secondo dei tre episodi in cui il film è diviso, racconta il terribile destino che incombe su una famiglia segnata da un particolare caso di vampirismo. Tratto da un racconto di Aleksej Konstantinovič Tolstoj, «I Wurdalak» riprende con successo le atmosfere delle pellicole di Roger Corman tratte da Edgar Allan Poe, a cui si aggiunge lo stile visionario del regista ligure e una grande interpretazione di Boris Karloff. Il film ebbe grande fortuna negli Stati Uniti dove venne distribuito con il titolo «Black Sabbath»: nome che ispirò la band heavy metal inglese capitanata da Ozzy Osbourne.
Per favore, non mordermi sul collo! (1967) di Roman Polanski
Una visione dei vampiri decisamente anticonvenzionale è quella che sceglie Polanski in «Per favore, non mordermi sul collo!», una commedia fantastica che si trasforma in una vera e propria parodia dei film del filone. Il risultato è semplice ma irresistibile.
Grande valore aggiunto le musiche sinuose di Krysztof Komeda e la fotografia di Douglas Slocombe. Nel cast, oltre allo stesso Polanski, è presente la splendida Sharon Tate, moglie del regista che verrà assassinata, all'ottavo mese di gravidanza, il 9 agosto del 1969 dai seguaci di Charles Manson.
Martin (1977) di George A. Romero
Celebre per i suoi film sui morti viventi, George A.Romero ha sempre utilizzato il genere horror come metafora della situazione sociale e politica del momento. «Martin» non fa eccezione: protagonista è un diciassettenne che, convinto di essere un vampiro, aggredisce e uccide giovani donne per poter bere il loro sangue. Romero pone molte domande e concede poche risposte: il suo personaggio è vittima di una solitudine esistenziale che lo porterà a "fingersi" speciale oppure vi è una vera maledizione che incombe sulla sua anima? Piccola curiosità: il regista ha dichiarato che «Martin» è, a suo parere, il risultato più alto che sia mai riuscito a raggiungere.
Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola
Sul finire del secolo scorso, in mezzo a tanti film che trattano il vampiro in maniera simbolica e metaforica, Francis Ford Coppola riprende la tradizione, ripartendo dal romanzo che ha fatto nascere il mito di Dracula. Fedele alle pagine di Bram Stoker, Coppola mette in scena un horror-melò, ricco d'invenzioni visive e di ambiziose scelte formali. Nel cast Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins e Keanu Reeves.
The Addiction (1995) di Abel Ferrara
Una studentessa di New York viene contagiata da una vampira di nome Casanova: per lei si aprirà un nuovo mondo, segnato dal bisogno primordiale di succhiare sangue e da un'incontrollabile ansia esistenziale. Abel Ferrara, al suo meglio, realizza un'opera delirante sul disagio, la solitudine e la paura della morte. Splendida fotografia in bianco e nero che ricorda quella dei noir degli anni '40 e '50. Nel ruolo della protagonista un'intensa Lili Taylor.
Only Lovers Left Alive (2013) di Jim Jarmusch
Si apre una nuova epoca per i vampiri: sono depressi, malinconici e insofferenti di doversi nascondere in un mondo (quello degli umani) che ha perso ogni interesse per la vera bellezza. Presentato in concorso all'ultimo Festival di Cannes e ancora in attesa di essere distribuito nelle nostre sale, «Only Lovers Left Alive» è l'ultima fatica del geniale Jim Jarmusch, una risposta feroce e di grande classe alla saga di «Twilight» e alle pellicole che vedono i "mostri succhiasangue" unicamente come icone pop per un pubblico di teen-ager.
Straordinari i due interpreti principali, Tom Hiddleston e Tilda Swinton.
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