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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2013 alle ore 15:50.

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Nonostante l'eccezionale riserbo mostrato fin qui dalle autorità tedesche - contestato dalle organizzazioni degli eredi delle vittime dei lager e delle deportazioni naziste che chiedono anche la pubblicazione delle foto dei quadri - cominciano a filtrare le prime notizie sull'eccezionale ritrovamento di 1500 opere d'arte "degenerata" sequestrata dai nazisti e rinvenuta in una cantina di Monaco. Circa duecento fra questi capolavori della pittura vennero ceduti al collezionista Hildebrandt Gurlitt dal ministro della Propaganda nazista, Joseph Goebbels, per la ridicola somma di 20 franchi svizzeri l'uno.

A rivelarlo è l'edizione domenicale "Bild am Sonntag" (BamS), che ha visionato l'atto d'acquisto stipulato nel 1940, in base al quale il collezionista d'arte versò 4mila franchi svizzeri, 3.250 euro attuali, su un conto corrente denominato «E.K.», per «Entartete Kunst», arte degenerata, per le 200 opere d'arte acquisite.

Un anno dopo lo stesso Gurlitt aveva acquistato altri 115 capolavori, ciascuno dei quali ha oggi come gli altri già scoperti un valore stimato tra diverse centinaia di migliaia di euro e parecchi milioni (in complesso si parla di un valore di oltre 1 miliardo di euro).

Parte del tesoro potrebbe essere restituito al figlio del collezionista, Cornelius, che li ha custoditi e venduti in questi anni. Figlio che potrebbe anche scampare ad un eventuale procedimento penale. Secondo il settimanale Focus le dogane tedesche hanno accertato che 315 opere erano state sequestrate dal regime nazista e quindi formalmente erano stati acquisite al patrimonio dello Stato - anche se stiamo parlando del Terzo Reich - e quindi né i musei né i proprietari cui vennero tolti avrebbero titolo per chiedere la loro restituzione.
Le stesse autorità ritengono che ci «siano dubbi» che Gurlitt possa essere processato per il possesso in sé dei quadri anche se restano aperte le inchieste per frode fiscale e la ricezione di beni rubati.

Nel marzo 2012 nell'appartamento del figlio del collezionista, Cornelius, di 79 anni, erano stati sequestrati 1500 capolavori ceduti dai nazisti, tra i quali figurano tele di Otto Dix, Pablo Picasso, Henri Matisse, Marc Chagall, Emil Nolde, PaulKlee, Franz Marc, Max Beckmann, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner, Max Liebermann, Ernst Barlach oltre che di Albrecht Dürer.

La "BamS" scrive che il documento riguardante la vendita dei capolavori é custodito presso il ministero federale delle Finanze e da esso si desume che le tele confiscate e poi vendute a prezzi stracciati dai nazisti appartenevano a musei comunali o statali, il che lascia presumere che «non possano esistere le condizioni per chiederne la restituzione», allusione ad eventuali precedenti possessori, probabilmente ebrei, che li avrebbero ceduti sotto costrizione prima di fuggire dalla Germania.

La "BamS" scrive inoltre che nell'appartamento di Cornelius Gurlitt é stato ritrovato anche un raccoglitore con 181 opere d'arte non incorniciate, che «con grande probabilità» facevano parte di una collezione di un ebreo di Dresda, costretto a venderle prima di rifugiarsi all'estero. In questo caso, precisa il giornale, gli eredi del proprietario originario avrebbero diritto a chiedere la restituzione di queste opere d'arte.

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