Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2013 alle ore 16:54.

Perché in fondo basta crederci. Vale, anche se non del tutto (la storia è vera, se volete sapere il finale cercatelo), per Armida Miserere, donna straordinaria che diresse i carceri di Milano-Opera e di Pianosa. In mezzo una storia d'amore con Umberto Mormile, educatore, assassinato tra le sue due assegnazioni. Una tragedia a cui lei risponde con la determinazione che si deve alle imprese impossibili – tenere in piedi una prigione di massima sicurezza, trovare gli assassini dell'amato – e con una sensibilità che senti in quei primi piani quasi violenti di Marco Simon Puccioni, impietosi e indelebili. Gioca sulle facce il regista – anche quelle di Timi e Mazzarella vengono scandagliate e "assalite" - e su una storia, dolorosissima e sfibrante (ma mai noiosa) per i protagonisti come per gli spettatori. Rimane, infine, C'era una volta un'estate, forse l'unico film "normale" di questa mezza dozzina di ottimi lungometraggi. Commedia di formazione estiva, molto simile ad Adventureland, ci offre la maturazione di un adolescente tra adulti che fingono di essere maturi (la madre Toni Collette e il suo compagno Steve Carrell) e altri che sono immaturi ma hanno scoperto il segreto della felicità (Sam Rockwell, mai apprezzato come merita). Faxon e Nash, i registi, portano a casa la storia conquistando il nostro cuore. E in tempi cinici, non è facile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA