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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 15:19.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2013 alle ore 15:21.

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Si è conclusa a Piacenza la scorsa domenica sera, 1 dicembre, la 3° Edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, organizzato da FIVI ( Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ).
Nei due giorni di manifestazione un pubblico di quasi 3.500 visitatori ha potuto conoscere oltre 240 vignaioli, compiendo un ideale giro d'Italia (16 le regioni rappresentate) e qualche puntata all'estero: vi erano anche produttori provenienti da Francia e Bulgaria.
La vasta rappresentanza e gli ampi spazi a disposizione hanno permesso a tutti non solo di degustare moltissimi vini ma anche e soprattutto di scoprire e conoscere le facce che sono dietro le bottiglie.

Nelle righe successive vi presenterò due produttori presenti alla manifestazione, la Maison Vigneronne Freres Grosjean dalla Valle d'aosta e I Cacciagalli dalla Campania.
Particolarmente soddisfatta dell'evento di Piacenza è Matilde poggi, Presidente FIVI e vignaiola in Veneto, che ha tenuto a ribadire che, al di là del metodo produttivo, biodinamico, biologico o convenzionale, quello che unisce i soci è un'identità forte, quella di essere uomini e donne tutti legati in modo indissolubile al proprio territorio e desiderosi di diffonderne le tradizioni e la cultura.

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti è nata nel 2008 ed aderisce alla CEVI (Confederation Europenne des Vignerons Indipendants), che comprende associazioni di vignaioli di diversi stati.
FIVI ad oggi riunisce 750 produttori, provenienti da tutte le regioni italiane.
Gli ettari di vigneto lavorati dai soci sono 7.500, con una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola.

I 7.500 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.
Le bottiglie commercializzate sono 55 milioni, per un fatturato totale superiore ai 500 milioni di euro. L'export supera di poco i 200 milioni di euro.
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani

Ma chi è il viticoltore FIVI ?
Il vignaiolo che coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta.
Il vignaiolo che rispetta le norme enologiche della professione, limitando l'uso di additivi inutili e costosi, concentrando la sua attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.
Questo vuol dire che, anche se molti dei soci FIVI sposano il biologico ed il biodinamico, l'associazione è aperta anche ai viticoltori convenzionali, che operino con buon senso.
Passiamo a conoscere meglio i 2 viticoltori segnalati prima.

Azienda Agricola i Cacciagalli - Teano (Ce)
Siamo nell'Alto Casertano, in quel territorio che gli antichi Romani avevano battezzato Campania Felix.
Il terreno è vulcanico, per via della presenza del vulcano spento di Roccamonfina.
La masseria Cacciagalli appartiene da sempre alla famiglia di Diana Iannaccone: 30 ettari in cui si produce uva, olio, nocciole e castagne.
Fino al 2010, quando Diana rileva l'azienda di famiglia, il vino ha un ruolo tutto sommato marginale: viene venduto sfuso ed in parte si conferiscono le uve.
Diana è un agronomo e svolge la libera professione. E' l'incontro con Mario, sommelier per passione, che la spinge a focalizzare l'azienda sul vino: d'altronde credo che sia il sogno di ogni sommelier diventare viticoltore!
Matrimonio ed azienda vanno avanti di pari passo: mentre Diana si appresta a diventare mamma per la terza volta, dai 6 ettari vitati si ricavano circa 15.000 bottiglie, ripartite su 6 etichette diverse.
Fin dall'inizio la strada percorsa è quella dell'approccio biodinamico.
Ho assaggiato il Leneo 2012.

Leneo 2012 Falanghina Roccamonfina IGT
Le 3.000 bottiglie di Leneo 2012 sono realizzate con uve Falanghina, provenienti da vigneti su terreni vulcanici a circa 280 m s.l.m.
I vigneti sono condotti in modo biologico e biodinamico.
Vendemmia manuale a fine settembre, a cui segue fermentazione e macerazione con le bucce per 5 mesi in anfora.
Utilizzo solo di lieviti indigeni e non si filtra.
Tenore alcolico del 12,5 %.
Dopo aver fatto un primo assaggio a Piacenza, ed aver deciso che trattasi di vino degno di nota, mi accingo ad assaggiarlo con più calma nei giorni successivi in occasione della scrittura di questo pezzo, ma compare, dannoso e dispettoso, il classico raffreddore di stagione: vado molto a memoria.

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