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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2013 alle ore 15:25.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 15:06.
Occhio ai vecchi leoni. Il 2014 musicale deve ancora cominciare ma a quanto pare la sua cifra è già riassumibile in queste quattro paroline: sarà un anno di uscite attesissime, con sopra spesso e volentieri la firma di attempati pezzi da 90 dell'establishment rock e pop.
Primo data fissata in rosso sul calendario il 14 gennaio, giorno della pubblicazione di «High Hopes», ritorno discografico di Bruce Springsteen che arriva a poco meno di due anni dal precedente «Wrecking Ball». L'album, registrato tra New Jersey, Los Angeles, Atlanta, Australia e New York City, vede il Boss collaborare con i membri della sua E Street Band, con lo storico chitarrista dei Rage Aganist the Machine Tom Morello e molti altri musicisti. Morello si è unito a Springsteen e alla E Street Band nel marzo 2013, nel corso del tour australiano (dove ha sostituito Steve Van Zandt), diventando come lo definisce Bruce «la mia fonte di ispirazione che ha portato questo progetto a un altro livello». C'è la sua sei corde nella title track, cover di Tim Scott McConnell. Ci saranno dentro anche pezzi già noti in versione live, come «The Ghost of Tom Joad» e «American Skin». Dodici tracce in tutto di cui otto con l'ausilio di Morello.
Per certi versi ancora più atteso è il nuovo album degli U2, se consideriamo che la precedente uscita discografica del quartetto di Dublino - «No line on the Horizon» - è datata addirittura febbraio 2009. Sul progetto c'è ancora un certo alone di mistero: si sa che vedrà la luce ad aprile e sarà costruito su sonorità non troppo diverse dalle ultime prove in studio di Bono e soci. Va in questa direzione «Ordinary Love», singolo apripista pubblicato a inizio dicembre e dedicato all'«amico» Nelson Mandela (tra le altre cose fa parte della colonna sonora del biopic «Mandela: long walk to Freedom» in uscita a giorni) che è stato salutato da performance record di download e visualizzazioni su YouTube.
Sempre per la categoria vecchi leoni, previsto per gennaio il debutto discografico dell'improbabile accoppiata tra Tony Bennett, crooner degli anni d'oro della swing era, e una Lady Gaga mai stanca di provocare. Sarà un album di duetti incentrati sul Great American Songbook. Succoso assaggio è rappresentato dal video di «The Lady is a Tramp». Titolo dell'album: «Cheek to Cheek». Alla faccia dei puristi. Gli amanti della stagione post punk, sempre a gennaio, daranno sicuramente un'occhiata a «Ghosts of Download», nuovo lavoro in studio di Blondie mentre gli apostoli del nu metal staranno probabilmente già aspettando «Stampede of the Disco Elephants» dei Limp Bizkit. Numerose le uscite destinate al pubblico hard and heavy, alcune delle quali illustrissime: dagli Ac/Dc ai Foo Fighters, dai Guns n' Roses (o ciò che ne resta) ai Soundgarden, dai Linkin Park agli Offspring fino ai grandi Red Hot Chili Peppers.
Ritorno interessante in chiave indie quello di Beck, atteso a febbraio con «Morning Phase» dopo sei anni di silenzio. Stesso pubblico quello che avrà modo di apprezzare i Broken Bells, pronti a sfornare «After the Disco» (4 febbraio) quattro anni dopo l'esordio omonimo.
Poi ci sono dischi che dovrebbero uscire per la metà dell'anno di cui si sa ancora poco se non che, in tutta probabilità, si riveleranno dei bestseller. Guida la carica Adele, vocalist britannica dalle doti interpretative sorprendenti che proverà a bissare lo straordinario successo di «21», per due anni consecutivi in testa alla classifica. In territorio mainstream occhio a Chris Brown che darà alle stampe «X», Frank Ocean e Lana Del Rey che ha già messo in preventivo «Ultraviolence». Novità interessanti pure per gli appassionati di ristampe e artisti «di catalogo»: il 21 gennaio esce infatti il box dei Beatels «The Us Albums» che ripropone l'intera discografia americana dei quattro di Liverpool, il 25 marzo «Out among the stars», ennesimo album postumo di Johnny Cash. Cari collezionisti, non vi resta che mettere da parte i soldini.
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