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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 18:31.

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La sua attenzione è attirata dal Malvasia delle Lipari, vino dolce dalla storia antichissima a rischio d'estinzione.
Studia, apprende, si confronta con i contadini, e quando si sente pronto va alla ricerca di vigneti abbandonati a causa della forte emigrazione dall'isola verso gli Stati Uniti e l'Australia.
Recupera così 20 ettari di vigneti e negli anni '80 costruisce una nuova cantina a Lingua, frazione di Santa Maria Salina.
Alcune innovazioni da lui introdotte, come l'appassimento in pianta e tecniche di raffreddamento in fermentazione, attirano la curiosità di molti personaggi del mondo del vino, tra cui Veronelli.

Questo fatto, oltre alla sua storia di artista bresciano trapiantato alle Lipari, diventa motore d'interesse non solo su di lui ma sulla malvasia in genere.
Questo facilita l'approdo dei suoi vini in prestigiosi locali in Italia e all'estero.
Dopo la sua morte, avvenuta nel febbraio 1996, l'attività è proseguita dal figlio Carlo Junior, con la collaborazione dell'amico Gianfranco Sabatino.
Attualmente gli ettari vitati sono 20, con una produzione annua di circa 100.000 bottiglie.
Le tipologie di vini prodotti sono 6, e le etichette usate sono generalmente riproduzioni dei quadri di Carlo Hauner.
Enologo è Fabrizio Zardini.
L'azienda produce anche i famosi Capperi di Salina.
Ho degustato la Malvasia delle Lipari Riserva Passito 2009.

Malvasia delle Lipari Riserva Passito 2009
E' un uvaggio di Malvasia delle Lipari al 95 % e di Corinto Nero al 5 %, da vigneti su terreno vulcanico, prodotto per la prima volta nel 1993.
La vendemmia è a fine settembre, a cui seguono 2/3 settimane di appassimento nelle stesse cassette usate per l'Amarone.
La fermentazione è in barrique nuove a cui, dopo i travasi, seguono 20 mesi di affinamento in barrique nuove di rovere francese (Allier).
Affinamento in bottiglia per 6 mesi.
Tenore alcolico del 13,5 %.
Le bottiglie prodotte sono 3.000.
Versata nel bicchiere, è del classico color ambra con bellissimi riflessi dorati ed aranciati. Particolarmente brillante e luminosa.
Al naso è un tripudio di profumi, fini ed al contempo intensi, una vera goduria.
Molto miele millefiori, canditi di arancio e cedro, frutta matura e confettura di fichi ma soprattutto tantissima albicocca.
In bocca è meraviglioso, pieno di sapori, dolce ma con un'acidità ed una freschezza che lo fanno scorrere via, lasciando uno strepitoso retrogusto, con una lievissima, quasi impercettibile nota minerale, o non dolce. Sul palato si confermano frutta e confetture, con ancora l'albicocca protagonista.
In ogni caso la mia è una descrizione solo parziale, tanta è l'intensità e l'ampiezza di profumi e sapori presenti.
Ha una persistenza sottile, a sfumare ma che si misura in minuti.
Prezzo in enoteca: 50,00-60,00 €

Columbu – Bosa (OR)
Giovanni Battista Columbu è un insegnante che alla fine degli anni '50 si stabilisce a Bosa, dove conosce la futura moglie Lina.
Si dedica allo studio del vitigno autoctono Malvasia di Bosa, contribuendo in modo determinante all'ottenimento della DOC nel 1972.
Sua è la realizzazione di un progetto congiunto di alfabetizzazione per operai agricoli (spesso gli unici depositari delle antiche pratiche di coltivazione) e di studio delle caratteristiche colturali del vitigno Malvasia.
Nel 1972 acquisisce da un parente un vigneto di circa 18.000 mq a coltura mista di vitigni tradizionali: negli anni successivi sostituisce molti dei ceppi presenti con la Malvasia autoctona. Nel 1980 eredita un altro vigneto di circa 20.000 mq.
Nel 1992 esce sul mercato la prima bottiglia di Malvasia di Bosa G.B. Columbu e nel 2004 si aggiunge un altro prodotto, sempre ottenuto da uve malvasia, "L'alvarega".
Nell'arco degli anni si appassionano a a questo vino personaggi come Mario Soldati e Luigi Veronelli e la cantina Columbu diventa sempre più simbolo e testimone del territorio, raccontata anche nel film "Mondovino" del 2004, diretto da Jonathan Nossiter e presentato al Festival di Cannes.
Nel 2012, all'età di 92 anni, si spegne Giovanni Battista: il suo lavoro è portato avanti dai figli, Gianmichele, Angela Grazia e Rafael, che funge da enologo di cantina.
Attualmente la superficie vitata è inferiore ai 4 ettari, con 6.000 bottiglie prodotte, suddivise equamente su 2 etichette.
Ho assaggiato il Malvasia di Bosa 2005.

Malvasia di Bosa 2005
E' ottenuto da uve di Malvasia Sarda in purezza.
Gradazione alcolica del 16,5 %.
Le bottiglie prodotte sono circa 3.000.
Può invecchiare per molti anni.
Abbinamenti consigliati con la pasticceria in genere e secca in particolare, non diniega l'accostamento a qualche tipologia di formaggio piccante. Vino da meditazione.
Nel bicchiere si presenta di colore ambrato con riflessi dorati ed aranciati.
Al naso è una malvasia complessa ed intensa, con sentori eterei ed una nota di smalto. Notevoli le erbe aromatiche e le spezie, la frutta secca e un tocco di anice stellato. Da non trascurare i sentori balsamici.
In bocca è vino morbido, caldo ed asciutto: evidenti l'alcol e la glicerina.
Nota amarognola nel finale: sapori lunghi e persistenti, con una conclusione sottile e raffinata.
Prezzo in enoteca: 30,00-35,00 €
www.italiadelvino.com

Da non perdere
Dal 19/01/2014 al 20/01/2014 – Bari
Parlano i Vignaioli: III° Edizione dell'evento interamente dedicato ai vini naturali e artigianali
Per info: http://www.italiadelvino.com/news.asp?id_news=834

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