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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2014 alle ore 15:06.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 17:14.

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Piero decise quindi di provare a fare un passito di Arneis, fatto fermentare in una barrique usata.
L'assaggio dell'anno dopo fu così incoraggiante che i Bovone decisero di produrre con continuità il passito di Arneis, chiamandolo Tarasco, dal nome della pianta Tarassaco, il cui fiore giallo ricorda il colore del passito.
A volte i grandi vini nascono per caso: il Tarasco per una dimenticanza.
Ho degustato l'annata 2009.

Tarasco Passito di Arneis 2009 dell'Azienda Agricola Cornarea .
Si ottiene da appassimento di uve Arneis in purezza.
La prima annata è il 1982.
La vendemmia è a fine ottobre: sui grappoli maturi si è già sviluppata la Botritis Cinerea, detta anche "muffa nobile".
I grappoli raccolti vengono posti in casette per continuare l'appassimento in cantina fino a dicembre.
Dopo la pressatura e la fermentazione, i successivi 48 mesi di affinamento avvengono in botti di rovere usate. Anno per anno le barrique si scolmano per una naturale evaporazione e non vengono mai ricolmate in modo che una prolungata ossigenazione doni complessità di profumi e sapori.
La gradazione è del 13,5 %.
Le bottiglie prodotte sono state meno di 3.000.
Nel bicchiere si esalta il suo color oro, luminoso, con riflessi ambrati.
Per quanto riguarda l'analisi olfattiva, è un vino complesso ed intenso. Dopo un'apertura con sentori di smalto, l'ossigenazione ci permette di apprezzare le note di frutta matura e confettura, pesca, albicocca, susina, fichi, un tocco tropicale con l'ananas, dei sentori agrumati, ma anche spezie come lo zafferano ed una nota finale di liquirizia. Non dimentichiamo però la frutta secca, in particolare le noci.
In bocca è pieno, "grasso", strutturato e persistente. Molto evidenti i sapori del miele, delle noci, dell'albicocca disidratata, così come un accenno di fichi e di frutta candita, per chiudere con un retrogusto finale con piacevolissimi sapori speziati, tra cui mi sembra primeggiare la liquirizia. Il finale è molto equilibrato grazie ad una buona acidità che non lo rende stucchevole.
Un vino piacevole e con una sua unicità.
Eccellente l'abbinamento con i formaggi erborinati quali il gorgonzola naturale, il Roquefort, lo Stilton. Ottimo anche con la robiola di Roccaverano matura. Da provare con il pâté de foie gras e, per quanto riguarda i dolci, con la torta ed il gelato di nocciola, il cioccolato fondente e le pesche di Canale.
Prezzo in enoteca: 25,00-30,00 €

Qualche nota sull'azienda produttrice.

Azienda Agricola Cornarea – Canale (CN)
L'azienda Agricola Cornarea prende il nome dalla storica collina Cornarea su cui è sita, chiamata così sin dall'anno 1.000, alle porte di Canale, comune nel cuore del Roero, in provincia di Cuneo.
Nasce nel 1975, quando Piero Bovone e la moglie Francesca Rapetti decisero di ripiantare un antico e quasi scomparso vitigno bianco, autoctono del Roero: l'Arneis, recuperandolo dai pochi filari allora esistenti all'interno di vigneti di Nebbiolo.
L'Arneis è l'unica uva bianca autoctona presente nel territorio del Roero sin dal 1400.
Questo vitigno era quasi scomparso agli inizi degli anni '70 a causa della difficoltà di vinificare la sua uva bianca senza adeguate tecnologie (infatti il nome Arneis in piemontese significa "bambino discolo").
Alla famiglia Bovone va il merito essere stata forse la prima azienda a puntare sull'Arneis e la principale artefice di quello che è oggi tale vitigno.
A Piero e Francesca nella conduzione dell'azienda si sono aggiunti i figli, Gian Nicola, enologo, e Pierfranco, avvocato.
Ancora oggi i 15 ettari di vigneti aziendali sono esclusivamente di Arneis e Nebbiolo, a testimonianza della filosofia aziendale, volta alla valorizzazione del legame tra i vini ed il territorio.
La produzione annua è intorno alle 100.000 bottiglie, ripartite su 5 etichette diverse.
www.italiadelvino.com

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