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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 20:37.
L'ultima modifica è del 23 febbraio 2014 alle ore 16:54.

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(LaPresse)(LaPresse)

A giudicare dagli ascolti, non si può dire che il «buonismo» di Fabio Fazio & co. abbia portato bene alla kermesse che premia la canzone italiana. Abbiamo allora messo i voti ai concorrenti in gara all'insegna del politically uncorrect più rigoroso. Ne esce fuori un'edizione che, salvo qualche eccezione, ha avuto nella mediocrità la propria cifra distintiva.

Antonella Ruggiero, voto: 5
Fa male maltrattare i monumenti, a volte non hai scelta: la leggendaria vocalist della formazione storica dei Matia Bazar pare continui a giocare al rialzo la posta della sofisticazione. Nessuno ne discute le prodigiose doti vocali, ma immolare loro la scelta di ogni singolo brano è francamente troppo. «Da lontano» e «Quando balliamo» rappresentano un campionario di stucchevoli virtuosismi. Roba da improvviso colpo di sonno. Ah, i tempi belli delle «Vacanze romane»…

Arisa, voto: 5,5
Da quando Rosalba Pippa da Pignola in arte Arisa ha smesso i panni dell'anti-diva vintage per indossare quelli della cantante melodica i meglio critici si sono sperticati per lei. Vero è che dietro quella svolta c'era sua eminenza Mauro Pagani, ma la Nostra ha rinunciato a quel carattere di unicità che – nel bene o nel male – possedeva per mettersi in coda dietro le varie Giorgia, Irene Grandi, Laura Pausini e compagnia cantante. «Controvento» e «Lentamente (il primo che passa)» avrebbe potuto cantarle, con risultati analoghi, qualsiasi brava cantante di musica leggera. La cover di «Cuccuruccuccù», poi, grida vendetta.

Cristiano De André, voto: 6-
È vero: il brano «Invisibili», escluso dal televoto a inizio Festival, somiglia in maniera sospetta a «Only a dream in Rio» di James Taylor. Altrettanto vero che «Il cielo è vuoto», pezzo arrivato fino in fondo, è il meno interessante tra i due. Tuttavia la sua presenza all'Ariston ha portato una felice ventata di diversità, costringendo il pubblico mainstream a confrontarsi per un attimo con altri mondi. Se ci aggiungi la commovente cover di «Verranno a chiederti del nostro amore», non puoi non avvicinarlo alla sufficienza.

Francesco Renga, voto: 5
Quando arriva a Sanremo vuole vincere. Nel 2005 gli andò bene, grazie alla furbacchiona «Angelo». Renga è insomma uno che «sa come si fa» e non ci gira troppo intorno: «Vivendo adesso» è un brano programmato per la vittoria, tra l'altro scritto da Elisa Toffoli (che, occorre dirlo, non doveva essere proprio in formissima). I bookmaker lo avevano capito in tempi non sospetti. Però ci piacciono di più quelli che qualche rischio se lo prendono.

Francesco Sarcina, voto: 5,5
Il Brit-pop è morto. Oltremanica troverai centinaia di critici musicali pronti a sottoscrivere questa tesi. Evidente che non conoscono Sarcina: una passeggiata all'Ariston, durante le prove dell'ex front leader delle Vibrazioni, potrebbe far crollare le loro certezze. Senti «Nel tuo sorriso» o «In questa città» e pensi: il Brit-pop sarà anche morto, ma a questo mondo c'è chi campa di rendita.

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