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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 13:47.

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Ermanno OlmiErmanno Olmi

ASIAGO - «Quando andammo a fare visita in Vaticano a Papa Wojtila, ci accorgemmo a un certo punto che un paio di scarpette rosse spuntava da un tendone e che un occhio ci guardava dalla fessura. Era il Pontefice che ci spiava! Ecco, non spiamoci a vicenda». Ermanno Olmi ammonisce scherzosamente la platea dei giornalisti, riuniti nella sua Asiago, in cui abita dagli anni Sessanta con la famiglia, a non "spiare" il contenuto del suo nuovo film, «Torneranno i prati». Sette settimane di riprese, terminate a fine febbraio, che raccontano le atmosfere della Prima Guerra mondiale, ambientate proprio sull'altipiano d'adozione. Qui sono state costruite due trincee, visitate dal Sole 24 Ore, una in val Giardini a 1100 metri di altezza, una in val Formica a 1800 metri. Costituiscono il set che ricostruisce la parte interna (Val Giardini) e la parte esterna (Val Formica) della trincea, dove è raccontata una notte del 1917 durante la Grande Guerra, animata dalle facce di tredici soldati (il più noto è Claudio Santamaria).

La pellicola è lo spaccato di un'ora e mezza tra le barricate in un periodo storico che prelude a Caporetto, dopo cui «tutti torneranno a casa propria e l'erba tornerà sui prati», spiega il regista bergamasco. Lo spunto di questa pellicola viene dalla lettura di grandi autori come Emilio Lussu, Carlo Emilio Gadda e il compianto vicino di casa asiaghese, Mario Stern, che Olmi definisce «un poeta educato dal bosco». «Ma gli intellettuali- sottolinea Olmi – metabolizzano il loro dolore nelle pagine. Molto più mi hanno ispirato i diari di anonimi, gente che più che avere nomi, ha indicazioni anagrafiche. La verità, l'ho trovata lì, perché lo scrittore non smette mai di essere scrittore, invece le testimonianze dei soldati comuni sono immediate».

Il film, costato 3milioni e 200mila euro, è girato con il protocollo per l'ecosostenibilità "Edison green movie", è prodotto da Cinema Undici, Ipotesi Cinema con Rai cinema, e ha ricevuto il contributo del Mibac per le celebrazioni del centenario dell'inizio della guerra che ha visto impegnata l'Italia dal 1915 fino 1918.
«Per un anno l'Italia ha mercanteggiato con un calcolo ignobile se rimanere neutrale o meno. Poi la famiglia Savoia, che era sempre distratta sulla Storia pur vivendola, ha deciso di schierarsi dalla parte delle nazioni da cui poteva trarre maggiori benefici commerciali».

Tra poco il film andrà in montaggio e sarà pronto per l'autunno: si pensa che potrebbe partecipare alla prossima edizione della Mostra del cinema di Venezia, anche se il maestro è stato in questo piuttosto vago. «Non ho ancora visto nulla del girato. Preferisco aspettare la moviola in montaggio».

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