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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2014 alle ore 08:49.

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Eugenio Scalfari, fondatore di La Repubblica, il 6 aprile compie 90 anni (Contrasto)Eugenio Scalfari, fondatore di La Repubblica, il 6 aprile compie 90 anni (Contrasto)

Una Camera Alta. È Eugenio Scalfari che parla. Prossimo a festeggiare, il 6 aprile, i suoi baldanzosi novant'anni, il fondatore di Repubblica, l'uomo che più di ogni altro – come già Luigi Albertini e Mario Missiroli – ha saputo innervare di politica e analisi dell'economia il giornalismo, è anche l'intellettuale la cui storia coincide con l'identità compiuta della sinistra.

L'attesa riforma del ramo anziano del parlamento sembra che sia solo uno sbrigativo colpo di penna su palazzo Madama, e invece, per come spiega Scalfari, può diventare l'occasione di fare al meglio: «Penso, infatti, alla Camera dei Lord, in Gran Bretagna, dove i componenti non sono chiamati a votare la fiducia al premier. Penso allo stesso nostro Senato del Regno, dove i membri erano nominati direttamente dal Re».
Un Senato in luogo del Senato. Domani il governo di Matteo Renzi approverà il ddl costituzionale per l'abolizione del bicameralismo. Si dovrà eliminare il Senato per avere finalmente un vero Senato.
«Finalmente un Senato delle competenze e della cultura. Una Camera Alta sulla cui composizione, magari attraverso una rosa di nomi offerta dall'Accademia dei Lincei o dalle Università, il presidente della Repubblica possa decidere motu proprio. Nessuno pensa a farne dei nominati a vita».

Ecco, è la proposta del Sole-24ore Domenica: immettere nel processo decisionale le competenze, i saperi, l'imprenditorialità, un'idea lanciata da Armando Massarenti l'8 dicembre scorso e arricchitasi di numerosi contributi e interventi (da quello di Luciano Canfora a quello di Domencia scorsa di Elena Cattaneo). «È una proposta che mi trova d'accordo perché l'idea del governo Renzi – trasformare l'assemblea dove ha sede la Seconda Carica dello Stato, senza emolumenti, con soli eletti di secondo grado ma impegnati a interessarsi degli enti locali – è un ridurre a ben poco il Senato. Ho seguito il dibattito e le proposte. Ho ascoltato con attenzione Elena Cattaneo, nominata tra i senatori a vita, e così anche Maria Chiara Carrozza, e convince anche me l'idea di una Camera Alta, un Senato reso ancor più importante chiamando a farne parte personalità dell'eccellenza capaci, anche con il potere di controllo costante sulla pubblica amministrazione, di dare il loro apporto all'attività legislativa».

Vent'anni di berlusconismo e il presagio del nuovo ventennio, quello renziano. Stessa penuria: quella intellettuale.«Gli intellettuali, giusto nella cerchia del premier, sono scarsini. Renzi ha corteggiato Renzo Piano. Ha fatto sua la proposta di manutenzione degli edifici scolastici. Questo non significa che Piano sia diventato renziano, ovvio, però molti intellettuali, tra i quali Massimo Cacciari, non possono che sperare nella durata di questo Re. Lo spera anche Gustavo Zagrebelsky, che non è renziano. E così Stefano Rodotà, che non è renziano. E così io stesso. Siamo tutti costretti ad augurarci che questo Re vinca, altrimenti scompare il Pd».

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