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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2014 alle ore 09:16.

LIBESKIND
Sì, hai ragione. La purezza può implicare una certa innocenza, una certa ingenuità: non le si addice il cinismo, l'essere sardonici, scettici, come stanchi esperti della professione: la questione è fare una cosa innocente. Ovviamente all'inizio quando presentai il progetto il cliente disse no, è impossibile, costa troppo: è una storia molto interessante, dovevo ovviamente considerare i problemi ingegneristici, dovevo cambiare il progetto e rendere le torri a curvatura singola invece che doppia, ma poi le autorità di Singapore dissero: «No, no, daremo il permesso per le torri a doppia curvatura: ci piace la forma». Poi allora ovviamente the developers dissero: «Ma certo, anche noi vogliamo fare le torri a doppia curvatura, ci daranno molto più terreno», insomma la verità è che a volte fare le cose che ami e che ritieni vere ti fa convincere gli scettici e la gente, che alla fine si innamora dei progetti.

INTERVISTATORE
Diventa più facile, via via che aumenta l'esperienza, affrontare queste incertezze, o rimane una parte spaventosa del lavoro?

LIBESKIND
Non lo diventa mai, anzi peggiora, perché devi sempre liberarti la testa da tutte le cose che ti ci hanno ficcato dentro l'istruzione, il senso comune, la storia, la propaganda. Devi svuotare la testa completamente, e poi provare ancora una volta a pensare come un novizio, perché gli esperti sono quelli che ficcano a forza le solite idee nelle cose. L'idea di fondo è che ogni progetto si merita uno sguardo fresco. E uno sguardo fresco porta sempre polemiche. I clienti dicono: «Sei mica pazzo? Non puoi fare una cosa del genere»… Anche il pubblico, a opera completata, viene e dice: «Chi ci vorrà mai andare a vivere?». Ma poi si vede che il successo, anche quello economico, oltre a quello estetico, viene esattamente dall'aver superato i limiti di quanto fatto prima.

INTERVISTATORE
A proposito del liberarsi la testa, pensavo che sul fronte occidentale lei è famoso per musei e monumenti, dal World Trade Center (4) al Museo ebraico a Berlino (5): insomma lì deve affrontare il peso del passato, la storia della sua famiglia…

LIBESKIND
Sì…

INTERVISTATORE
E invece in Oriente deve affrontare una cosa completamente diversa: pensare da zero, per nazioni tutte rivolte al futuro.

LIBESKIND
Non sono d'accordo. Secondo me l'Oriente ha altrettanta storia, e una memoria spesso dimenticata o repressa, ma presente, tanta quanta ne ha l'Occidente. Sto costruendo un museo in Cina, a Wuhan (6): è il primo museo privato della storia cinese.

INTERVISTATORE
Come si fa a cambiare atteggiamento da un progetto all'altro?

LIBESKIND
In ogni progetto, in Asia o altrove, in Europa o Sudamerica, dovunque costruisco, vedrai che c'è qualcosa nel posto, nella storia, nella terra, nel cielo, che è unico, e credo che non esista una formula, va scoperto caso per caso, ogni volta è come la prima.

INTERVISTATORE
Quindi non sente le diverse velocità a cui vanno i diversi continenti in cui lavora: non sente un cambio di marcia passando da uno all'altro?

LIBESKIND
Be', sì, vanno a marce diverse. L'Asia si sta sviluppando molto rapidamente dopo anni di colonizzazione e sfruttamento. Voglio dire, nel VI e VII secolo, per dire, l'India e la Cina erano Paesi ricchi, l'Europa era un povero piccolo continente, l'America era selvaggia, quindi le economie cambiano di continuo la nostra concezione del mondo, ma credo che dobbiamo pensare al mondo come a una cosa sola, intera, e dobbiamo pensare al divario fra ricchi e poveri, fra Nord e Sud, per occuparci di questo genere di ineguaglianza e a come dare a ogni persona la possibilità di avere un posto decente, ma non solo decente, un posto bello in cui vivere.

INTERVISTATORE
Al momento, nel mondo dell'architettura, quanto si riflette sulle abitazioni per strati sociali a basso reddito?

LIBESKIND
Zero, assolutamente nulla. Ho intrapreso progetti per redditi bassi di cui al momento non posso parlare, e non solo il tema sono i redditi bassi ma la ricerca del più basso prezzo per metro quadro al mondo combinata con il tentativo di creare abitazioni belle e dignitose. Certamente non è stato fatto abbastanza. È chiaro che il lusso ha un suo posto speciale nell'architettura, ma dobbiamo pensare pure alle necessità della grande maggioranza delle persone. Quando lavoriamo in Brasile, in India o in Cina o nelle Filippine, in Corea, dobbiamo pensare a una popolazione in crescita, dobbiamo chiederci come possiamo creare città che siano belle e non solo incubi ad alta densità, non solo una massa di persone che vivono come api o formiche, è un ambiente orribile che non è più umano. Ma come facciamo a dare alla gente spazio, creatività, come dare alla giovinezza una cornice in cui un ragazzo possa trovare ispirazione per crescere. È la sfida del XXI secolo.

INTERVISTATORE
Sarà una questione prevalentemente urbana, vero?

LIBESKIND
Certamente. Non c'è dubbio che la popolazione mondiale stia spostandosi rapidamente verso la città, e la sfida è proprio questa. Come facciamo… specie con le città storiche: diventeranno città museo del passato? O saranno ancora in grado di avere il ruolo creativo avuto in passato? Per le nuove città, il fatto interessante, per esempio in Cina, è che ci sono centinaia e centinaia di città da tre milioni di abitanti in cui non vuole abitare nessuno. Tutti vogliono andare a Shangai, Pechino, e così via. Come si fa a tenere le persone in una città: come si fa a trasformare certe città in veri luoghi in cui sentirsi a casa e non in qualcosa di astratto?

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