Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 07:52.

My24

Le 18 buche del campo hanno in genere una lunghezza variante da 130 a 500 metri circa. Rare quelle che superano il mezzo chilometro. Prendiamo ad esempio una pista di 420 metri: il colonnello Bogey sparava col legno numero 1 (quello che ottiene la traiettoria più tesa) un bel colpo di 200 metri, che è già una rispettabile distanza. Se la palla cadeva in buona posizione, vale a dire, su di un tratto piano e ben levigato di soffice erba, il degno ufficiale impugnava per il secondo colpo un legno 2 o 3, guadagnando altri 170 metri circa (dopo il tiro di partenza non si può più usare il supportino per la palla e quindi è più difficile batterla bene).

Giunto che fosse stato a circa cinquanta metri dalla piazzuola di arrivo, l’ottimo Mr. Bogey eseguiva un ben dosato colpo d’approccio e infine non gli restava che adoperare il putter per spingere, sul biliardo verde, la pallina in vicinanza immediata della buca e poi dentro. Gli occorrevano insomma 5 colpi.

Morale: per le buche più corte, fino a 200 metri, il cosiddetto “Bogey” è di 3 colpi, uno per raggiungere la piazzuola d’arrivo e gli altri due per imbucare. Per quelle da 200 a 400 metri il “Bogey” è in genere di 4; per quelle ancora più lunghe di cinque. Questo senza tener conto delle infide trappole disseminate qua e là sul percorso sotto forma di fosse sabbiose, di rigagnoli, di canali, di alberi, di cespugli, ecc., che il benemerito ufficiale sapeva schivare con grande maestria.

Siccome non tutti i campi hanno buche di uguale lunghezza, il “Bogey” complessivo per le 18 buche non è fisso, ma generalmente si aggira sulla settantina. Chi può cavarsela con un numero così basso di colpi può considerarsi giocatore di classe internazionale e nelle gare non gode alcun vantaggio, parte cioè al limite.

Per Giovanni naturalmente il “Bogey” costituiva soltanto un’entità mitica e astratta. Il primo giro di cui fece regolare registrazione gli costò la bellezza di 147 colpi, più del doppio di quanto occorresse al distinto rappresentante delle Forze armate britanniche. Ma non valeva la pena di scoraggiarsi: molti altri novizi arrivano a risultati anche più imponenti, superando i 160 punti.

Venne considerato infatti quasi un miracolo, l’anno scorso, in Inghilterra, l’esempio di un tizio che, non avendo mai preso in mano le mazze da golf in vita sua, riuscì a totalizzare, come suol dirsi, meno di 120 colpi sulle 18 buche, vincendo in tal modo una scommessa ritenuta da tutti pazzesca.

LA PIETRA FILOSOFALE Il movimento giusto per colpire la pallina è senza dubbio uno dei più difficili che siano stati mai richiesti al corpo umano. Questa difficoltà proviene soprattutto dal fatto che esso è anti-istintivo. Seguire l’impulso naturale e sbagliare è la stessa cosa.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi