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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 07:52.

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Si tratta di un movimento artificiale che potrà diventare spontaneo dopo anni e anni di pratica, e forse mai. Per ottenerlo non basta prendere lezioni, leggere trattati, allenarsi tenacemente; è un frutto che matura con lentezza millimetrica e che può (terribile a dirsi) a un certo punto dissolversi inesplicabilmente nel nulla.

Il guaio è che, nello spazio di uno o due secondi, bisogna tener presenti contemporaneamente un’infinità di inflessibili regole (portare il peso del corpo sulla gamba destra, piegare il collo del piede sinistro e alzare leggermente il tallone, rotare la spalla fino all’altezza della pallina, non muovere la testa, tenere rigido il braccio sinistro, ecc. ecc.). Nei primi mesi si possono ricordare simultaneamente due o tre al massimo di questi comandamenti, al quarto non si fa in tempo a badare, tutti gli altri al momento buono sfuggono del tutto, cosicché la pallina si mette a saltellare ridicolmente.

E poi bastasse l’esatta coscienza delle norme canoniche! L’influsso nefasto della stessa pallina come neutralizzarlo? Uomini per cui è gioco manovrare con mano di ferro gigantesche industrie e far tremare con una parola impiegati adulti e vigorosissimi, diventano timidi come educande nei rapporti con la pallina. Che vale saper eseguire alla perfezione il colpo a vuoto, sull’erba nuda? Quando c’è da battere la palla, ogni controllo vien meno, il corpo si contorce stranamente, la testa della mazza fa insoliti tremolamenti. Addio, bella pallina nuova costata 10 lire, chi ti troverà più nel cespuglione di rovi dove ti sei cacciata?

Dopo qualche mese di ambasce giunge però il radioso giorno in cui, per imperscrutabili ragioni, non si sbaglia un colpo o quasi. Nell’animo erompe un luciferesco orgoglio. La meta sembra raggiunta, l’avvenire si profila sereno, il ragazzo portabastoni ha la faccia più simpatica che si sia mai conosciuta.

Si è capito finalmente il segreto del golf. Una stupidaggine, in fondo, a cui prima non si era mai data importanza; basta fissare, ad esempio, la pallina con l’occhio sinistro. Fino allora non ci si badava ed è per questo che tre colpi su quattro andavano alla malora. Adesso si è decifrato l’enigma: non si potrà più sbagliare. Alleluja!

Purtroppo segreti di questo genere sono chimere. Il “sesamo apriti” nel golf non esiste. Il giorno dopo, pur tenendo agganciato l’occhio sinistro alla pallina come voleste ipnotizzarla, non si imbrocca più un tiro. Ieri, per l’intero giro erano bastati 106 colpi, il vostro primato, che solo il mese scorso sembrava follia sperare. Oggi si ripiomba nel tetro abisso dei 120 e passa.

LA DIAGNOSI DEL GRANDE MAESTRO Si va a trovare il famoso clinico più che altro per avere la conferma nella propria convinzione: di essere, benché principianti, perfettamente impostati, di possedere uno stile corretto ed elegante, di rappresentare insomma uno dei beniamini della sorte. Il celebre maestro è carissima persona e ricorda, per certo suo fondo bonario, l’umana antica saggezza di certe tipiche guide alpine.

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