Cultura-Domenica CinemaKevin Costner non balla più coi lupi: ora lancia un messaggio contro il razzismo
Kevin Costner non balla più coi lupi: ora lancia un messaggio contro il razzismo
di Nicoletta Cottone | 24 ottobre 2014
Non balla più con i lupi, ma veste panni di un nonno avvocato che combatte per l’affidamento della sua nipotina di colore. Il premio Oscar Kevin Costner, 59 anni, nel film “Black and White” di Mike Binder, film interpretato e prodotto da Costner, interpreta Elliot Anderson e mette in evidenza le tensioni provocate dalle differenze razziali. «Il mio film è un messaggio contro il razzismo», ha detto parlando a Roma del film presentato oggi al Festival del Film di Roma in collaborazione con Alice nella città. «La mia speranza è che questa storia abbia un impatto universale». Sempre riguardo al colore della pelle Costner ha ricordato una metafora nel film: «Quando vedo una donna guardo d'istinto il suo seno, ma non è una cosa importante. Quello che conta è il terzo, il quarto pensiero che mi suscita questa persona parlandoci. Così è per il colore della pelle».
In lotta per la custodia della nipotina Eloise
Anderson è un avvocato benestante che, dopo aver perso la figlia sposata con un balordo di colore, ha avuto insieme alla moglie in affidamento la dolcissima Eloise (Jillian Estell). La moglie muore improvvisamente in un incidente strale e per il vedovo le cose cambiano. Dovrà infatti lottare con Rowena (l'attrice Octavia Spencer, premio Oscar per “The Help”), nonna paterna della bambina, che insieme alla sua numerosissimafamiglia di colore, cerca di ottenerne la custodia legale esclusiva. Nel processo in tribunale si scontrano il disagio di Reggie (Andrè Holland), padre di colore di Eloise, dedito all'uso di droga, e quello di Anderson che in crisi per il lutto prima della figlia e poi della moglie, per la paura dal possibile distacco dalla bambina ha cominciato a bere dosi massicce di superalcolici. Il mondo dell'uomo, già devastato dal dolore e dall'alcool, si complica quando la nonna della piccola chiede che la stessa venga affidata al padre, un drogato che l'aveva abbandonata subito dopo la morte della madre. Perché ha finanziato il film? «I grandi Studios di Hollywood - ha detto Costner- non vedevano questo come un film che potesse incassare molti soldi. Io non sono d'accordo, che questo fosse un film utile per coloro che vogliono affrontare il tema del razzismo E così ne ho parlato con mia moglie e alla fine ci abbiamo dovuto mettere i nostri soldi».
«La bellezza del mondo è data dalle differenze»
«La bellezza del mondo - ha sottolineato Costner - è sempre stata data dalle differenze. Le cose più belle che mi sono capitate nella vita mi sono successe con persone con cui non condividevo neppure la lingua. Il razzismo resta un grande problema negli Stati Uniti. E questo film è un messaggio che aiuta proprio come ha fatto con me quando lo letto la sceneggiatura. Sapevo che, a fine lettura, sarei stato una persona diversa».
Resta sempre la responsabilità di un padre verso i propri figli
«Non sono ancora nonno», ha detto Costner, che ha presentato al pubblico la bellissima figlia Lily, che ha una piccola parte nel film. «Il mio personaggio è solo uno che beve troppo anche perché ha perso due donne importanti della sua vita, la figlia e la moglie. «Sono però papà di sette figli - ha detto con orgoglio - e nella vita,va detto, si ha l'opportunità di fare tante cose: musica, viaggiare, recitare. Tutte cose che però possono interrompersi. Quella che invece resta sempre è la responsabilità di un padre verso i propri figli» A chi gli chiede della sua bellezza dice: «Quando vediamo una donna non bella in un party che sta in un angolo, pensiamo sia timida. Se invece è bella che è snob. Viviamo in base alla impressioni. Se sei un uomo, come me, alto un metro e novanta e anche un bell'uomo pensano che sei solo fortunato, ma non intelligente. Io intelligente non sono, sono estremamente fortunato e lavoro ogni giorno per diventare più intelligente. Mia moglie (Christine Baumgartner), ad esempio, è molto bella, ma quella di cui mi sono innamorato è la persona con cui ho parlato».