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Trichet: «Il mondo ha bisogno di più di tre agenzie di rating»

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 09:40.

L'oligopolio nel mercato del rating non è un bene per la solidità dell'economia mondiale. In un'intervista al quotidiano Liberation, pubblicata anche sul sito della Banca centrale europea, il governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, non ha usato mezzi termini per criticare l'attuale sistema della valutazione del livello di solvibilità di aziende e debiti sovrani, oggi sulle spalle delle agenzie di rating Moody's (che oggi, martedì, ha tagliato il rating sul Portogallo), Fitch e Standard and Poor's. «Il mondo ha bisogno di più di tre agenzie di rating perché i loro giudizi esacerbano le oscillazioni dei mercati - ha detto Trichet -. Le agenzie di rating, in generale, tendono ad amplificare i rialzi e ribassi dei mercati finanziari. Un fenomeno facilmente riscontrabile, che va contro la stabilità finanziaria».

L'attacco di Trichet all'oligopolio del mercato del rating arriva a poche ore di distanza dalla storica discesa in campo dell'agenzia Dagong Global Credit Rating che lunedì, e per la prima volta, ha presentato il rapporto 2010 sul debito sovrano di 50 paesi, decretando che i rating di Stati Uniti, Regno Unito e Giappone sono inferiori a quelli della Cina e della Germania.

Del resto il dibattuto su una riforma delle agenzie di rating, più volte criticate nel corso nella crisi finanziaria con l'accusa di aver lanciato in alcuni casi tardivamente l'allarme sui conti traballanti di alcune aziende, è aperto. A inizio maggio, il commissario europeo ai servizi finanziari, Michel Barnier, ha rilanciato l'idea di creare un'agenzia europea, in particolare per valutare il debito pubblico dei paesi .

Non sottostimare l'euro. Trichet ha invitato gli investitori a non sottostimare l'area euro, con la valuta continentale salita sulle montagne russe dallo scorso dicembre (quando valeva 1,5 dollari rispetto agli attuali 1,26) a causa dei timori sulla sostenibilità dei debiti sovrani dell'area Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna e Grecia). «C'è la tendenza - ha osservato Trichet - tra alcuni investitori e soggetti attivi sul mercato, di sottostimare l'abilità dell'Europa di prendere decisioni coraggiose. In loro difesa direi che la struttura istituzionale dell'Europa è molto differente da quella alla quale sono abituati, specialmente dall'altra parte dell'Atlantico. I processi decisionali non sono gli stessi. Tuttavia sarebbe un errore sottostimare l'Europa, in generale, e l'area euro, in particolare». Trichet ha anche ribadito che l'attuale politica monetaria della Bce è «appropriata».

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Tags Correlati: Bce | Dagong Global | Europa | Jean-Claude Trichet | Lehman brothers | Michel Barnier | Moody's | Politica economica | Standard and Poor's |

 

Le "sviste" storiche delle agenzie di rating. La storia lontana, ma anche recente, insegna a mantenere molta cautela su questi giudizi. Tra i casi più eclatanti degli ultimi mesi c'è quello di Lehman brothers, la banca d'affari Usa che ha dichiarato bancarotta il 14 settembre 2008 e che, poche ore prima del dissesto, rientrava nella schiera delle società affidabili con un rating A, attribuito alle aziende/enti che hanno «una solida capacità di ripagare il debito». Pochi giorni prima Fannie mae e Freddie mac (le agenzie federali specializzate nel settore dei mutui) chiedevano un disperato salvataggio pubblico da 200 miliardi di dollari conservavano una tripla A in merito al giudizio di affidabilità.

E non si tratta di casi isolati. Nel 2001 la valutazione di Enron fu abbassata appena tre giorni prima del crac del colosso energetico statunitense e comunque ricondotto in una categoria non speculativa. Una storia che ricorderanno anche i 50mila risparmiatori italiani coinvolti nel 2003 nel default delle obbligazioni Parmalat che godevano di un rating pubblico non allarmante (BBB-, società non speculativa).

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