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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2010 alle ore 15:15.
Cernobbio - Con il ritiro del processo breve dai cinque punti del programma di governo «il presidente del consiglio si è tirato fuori dal linciaggio mediatico della sinistra». Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha spiegato la retromarcia del premier, Silvio Berlusconi, che ha deciso di non inserire nei cinque punti della mozione parlamentare su cui si voterà la fiducia al governo. Una mossa a sorpresa che ha tolto di mezzo uno degli argomenti di rottura con i finiani in vista dell'attesissimo discorso di Gianfranco Fini oggi pomeriggio a Mirabello. Non a caso il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha sottolineato che da «quello che accadrà oggi a Mirabello dipende il futuro del governo e della maggioranza. Attendiamo fiduciosi di sapere cosa succerderà».
La posizione di Alfano è delicata: proprio a lui era stato affidato il compito di mediare sulla giustizia. Il guardasigilli ha difeso comunque il processo breve: «una legge sacrosanta, che è stata intesa 'ad personam' per Berlusconi». La proposta, dunque, non sarà contenuta nella mozione parlamentare, ma dalla risposta di Alfano a chi chiedeva che fine farà la legge sul processo breve, sembra scontato che resterà nell'agenda del governo. «E' una norma sacrosanta che ci è richiesta dall'Unione Europea e in assenza della quale continueremo a pagare soldi ai nostri concittadini che si lamentano per la lentezza dei processi». Il ministro ha ricordato che finora sono stati già pagati 250 milioni e che «in Parlamento giacciono proposte di legge provenienti dalla sinistra a conferma che è indispensabile abbreviare i tempi dei processi».
Nell'intervento davanti alla platea del workshop Ambrosetti, Alfano ha ribadito che «Il nemico principale della giustizia è la sua lentezza» perciò è indispensabile abbreviare i tempi del processo». «Questa legge - ha sottolineato - che deve valere per tutti i nostri concittadini e avrebbe avuto un effetto benefico sui processi, una legge per cui avevo già dato disponibilità di risorse è stata attribuita a Berlusconi come se fosse ad personam e allora lui giustamente ha detto di essere disinteressato da questo genere di norma».