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Regioni in ritardo, rischiano di perdere 282 milioni di aiuti europei per l'agricoltura

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2010 alle ore 16:44.

È corsa contro il tempo al ministero delle Politiche agricole per evitare che sulla quota di fondi europei non spesi da alcune regioni si abbatta la mannaia del "disimpegno automatico" che in gergo comunitario significa "persi per sempre". «Dobbiamo assolutamente evitarlo» spiega il direttore generale dello sviluppo rurale del ministero Giuseppe Blasi, che martedì prossimo ha convocato le regioni più indietro nella spesa. «Vogliamo mettere sulla graticola chi non è in grado di spendere i fondi. L'Italia non può permettersi di perdere neppure un euro alla vigilia della trattativa per la riforma della Pac. Ci troveremmo in posizione di estrema debolezza al tavolo negoziale».

I fondi in questione sono quelli del Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) che vale quasi 9 miliardi di euro nel programma 2007-2013. Le regioni più a rischio sono le cinque dell'obiettivo di convergenza. Vale a dire le regioni del Sud che secondo i dati aggiornati al primo dicembre non avevano ancora presentato alla Ue ricevute per 267,5 milioni, a cui si aggiungono altri 14,8 milioni di Lazio e Molise. «L'obiettivo della riunione con le sette regioni in questione – spiega Blasi – è attivare gli strumenti tecnici individuati per evitare di perdere questi fondi».

Di quali strumenti si tratta? «Abbiamo creato le condizioni per utilizzare questi fondi su misure che costituiscono spesa immediata. La prima è l'attivazione del fondo di garanzia che può impegnare tra i 40 e i 50 milioni di euro del programma finanziato dal Feasr ed evitare il disimpegno. L'altro strumento è il piano per il Sud approvato nei giorni scorsi dal Cipe: i progetti di sviluppo rurale previsti nel piano possono essere finanziati con fondi Feasr. Si può procedere senza gara in quanto soggetti pubblici e lo Stato si fa carico dell'Iva che il Feasr non ammette nelle spese sostenute da enti pubblici».

Secondo i dati della Rete rurale del ministero, la situazione peggiore è quella della Puglia che rischia di perdere 100 milioni tondi. Per questo motivo il ministero ha messo a disposizione una task force che aiuti gli uffici regionali a smaltire le pratiche. Il responsabile dell'autorità di gestione del Psr Puglia, Giuseppe Mauro Ferro è ottimista: «Ogni giorno l'importo a rischio si riduce. Chiuderemo senza perdere risorse» assicura. Altrettanto fiducioso è Maurizio Nicolai, autorità di gestione del Psr Calabria dal primo settembre scorso, pur riconoscendo «la difficoltà di mettere in moto le procedure di spesa. L'incognita principale grava sull'organismo pagatore regionale che abbiamo attivato per la prima volta quest'anno».

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A rischio 800 milioni dalla Ue

Regioni troppo lente, procedure complesse: a rischio 800 milioni di euro dall'Unione europea

Contributi comunitari per circa 800 milioni di euro rischiano di svanire, bruciati dall'accidia

Tags Correlati: Cipe | Feasr | Gianfranco Colleluori | Giuseppe Blasi | Giuseppe Mauro Ferro | Maurizio Nicolai | Ministero delle Politiche Agricole e Forestali | Puglia | Radio Psr | Regioni |

 

Problemi potrebbero esserci su un bando di circa 40 milioni che è stato bloccato. «Sbloccarlo significa rischiare un forte contenzioso - dice Blasi - ma si troverà una soluzione». È messa peggio la Basilicata dove all'organismo pagatore «è stata addirittura revocata la concessione dal ministero». Nessun problema, invece, per il Feaga (sezione garanzia del vecchio Feoga) che corregge il mercato. Il meccanismo di assegnazione è molto semplice perché è basato su criteri di superfice e non su progetti di sviluppo.

I 282, 4 milioni di finanziamenti comunitari per l'agricoltura che l'Italia rischia di perdere a fine 2010 si aggiungono ai circa 613 milioni del Fondo di sviluppo regionale (Fers) e ai circa 200 del Fondo sociale (si veda Il Sole 24 Ore del 21 novembre).
La regola del disimpegno automatico dei fondi europei dal 2006 prevede che le somme per le quali esiste un impegno di pagamento di Bruxelles ma per le quali non viene chiesto il rimborso entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello dell'impegno di bilancio vengano azzerate. Gli importi in ballo riguardano dunque impegni di spesa del 2008.

In totale, tra Fesr, Feasr e Fes sono pericolo più di 1,1 miliardi di euro. «L'Italia arriva sempre all'ultimo minuto dell'ultimo giorno» ricorda Gianfranco Colleluori, responsabile alla Dg agricoltura «e anche quest'anno sarà così». Il perché lo spiega Blasi: «Definire un programma è un esercizio complesso perché chiama in causa moltissimi attori: associazioni, consorzi di bonifica, comuni, comunità montane. Significa intervento della "politica" con inevitabili mal di pancia ad ogni modulazione di spesa».

giuseppe.chiellino@ilsole24ore.com

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