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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2012 alle ore 07:00.

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Europa e Stati Uniti bocciati sugli incentivi
Gli incentivi all'energia prodotta da fonte rinnovabili disegnano una nuova cartina geografica. L'Europa – Germania in testa, ma anche la Spagna e alcuni Paesi dell'Est che in un primo momento avevano registrato un certo dinamismo (è il caso della Bulgaria) – si è fortemente ridimensionata. Corrono invece le economie emergenti. È il caso di India, Brasile, Sudafrica e Turchia, tanto per citare le situazioni più rilevanti, nei quali i rispettivi Governi hanno assunto misure importanti di incentivazione ancorate a logiche industriali e per la valorizzazione di competenze tecniche e tecnologiche di settore. L'obiettivo è creare filiere anche locali e barriere a operazioni meramente speculative.

In Europa la Spagna ha chiuso il rubinetto. Il 27 gennaio il premier Mariano Rajoy ha adottato un provvedimento che sospende, per un periodo di tempo indeterminato, gli incentivi all'energia rinnovabile riferiti a tutte le tipologie, adducendo, quale motivazione ufficiale, la difficile situazione economica nazionale e mondiale che ha reso necessario uno stop al sistema di incentivazione, divenuto troppo oneroso. Fino al 2008, il Paese ha goduto di un costante e consistente aumento della potenza energetica prodotta da fonti rinnovabili. Questo grazie alla favorevole normativa: si tratta della delibera reale 436/2004 e il decreto reale 661/2007. Ora la musica è cambiata.

Il Governo ha fatto sapere che non verranno toccate le installazioni già in esercizio e i progetti già iscritti nei registri di preassegnazione, rassicurando che si impegnerà sul fronte della sicurezza degli approvvigionamenti e per il raggiungimento degli obiettivi in materia di energia rinnovabili presi con l'Unione europea.

Se la Spagna sceglie di tagliare i sostegni, la Germania non è da meno. L'Agenzia federale tedesca delle reti ha appena reso pubblico che, dal 1° gennaio 2012, gli incentivi per il settore fotovoltaico saranno ridotti del 15 per cento. La stessa Agenzia, comunque, ha voluto ribadire che si tratta non di una decisione maturata in modo autonomo e improvviso. Infatti, il taglio era stato anticipato nelle norme che regolamentano il sistema di incentivazione in Germania. L'ammontare della riduzione è stato deciso tenendo conto della capacità installata durante l'anno precedente. Nel periodo tra il 1° ottobre 2010 e il 31 settembre 2011, secondo quanto stimato dalla stessa Agenzia, la capacità accumulata è stata quantificata in circa 5.200 MWp, di cui 3.300 MWp risultano installati nei primi nove mesi del periodo considerato.

Tra le economie che corrono, il Sud Africa è un caso da prendere in considerazione. Il Paese ha deciso di raggiungere nel 2020 una percentuale di almeno il 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Di recente ha messo a gara entro il 2016 quasi 8.500 Mw di energia eolica e solare. La procedura è articolata in diversi "round", nei quali la tariffa è proposta dall'offerente sulla base di un meccanismo che consente di partecipare solo a chi possiede già un impegno da parte delle banche al finanziamento dei progetti.

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