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Terremoto in Abruzzo, da fine luglio il fisco chiederà le tasse ai lavoratori dipendenti

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 08:05.

Proroga dimezzata e sincopata. La sospensione dei pagamenti delle imposte per il sisma dell'Aquila (6 aprile 2009), così come prevista dall'articolo 39 del Dl 78/2010, scava un vallo tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, ma soprattutto crea un disallineamento dei termini fiscali che potrebbe fare spazio a problemi di contabilità per aziende e professionisti.
I Radicali chiedono una proroga di sei mesi per tutti i cittadini.

La nuova moratoria fiscale – la terza dopo il disastroso terremoto – ha separato i destini tra lavoratori dipendenti e non, prevedendo un'ulteriore sospensione di 5 mesi e mezzo solo per «persone fisiche esercenti impresa, arte o professione», e anche per società di persone o di capitali, ma in questo caso con volume d'affari non superiore a 200 mila euro. Il beneficio copre anche il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e malattie professionali. Restano ai margini della proroga, quindi, i lavoratori dipendenti pubblici e privati, che dalla fine di luglio torneranno a onorare le nuove scadenze: quelle sospese negli ultimi 18 mesi, invece, andranno in pagamento dal 1°gennaio 2011 senza sanzioni e interessi, e con la possibilità di dividerle in 60 rate mensili.

Quanto alla proroga per professionisti e imprese, il testo attuale dell'articolo 39 fissa al 20 dicembre 2010 il nuovo termine della moratoria; se non venisse armonizzato al normale calendario fiscale – cioè al 31 dicembre – si aprirebbe il problema di "che fare" per gli 11 giorni nella "terra di nessuno". Per questo è dato per molto probabile che la svista sarà corretta in sede di conversione del decreto.

La storia recente dei provvedimenti fiscali – purtroppo abbastanza frequenti – collegati ai terremoti, racconta che l'erario ha sempre rinunciato a parte delle sue pretese. Era successo nel terremoto che colpì la Sicilia orientale nel '90 – per il quale 13 anni dopo arrivò addirittura una decurtazione del 90% di quanto era stato sospeso nel triennio fino al '92 – ma anche nel sisma di Marche e Umbria ('97) lo sconto fiscale per le vittime fu dei 3/5 del dovuto, agevolazione che – pur con una mobilitazione in extremis – era poi stata concessa anche alle popolazioni del Molise e del foggiano colpite dal terremoto del 2002. Precedenti che aprono speranze anche per i residenti nel cratere sismico dell'Aquila.

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Tags Correlati: Abruzzo | Fisco | Marche | Molise | Partito Radicale | Sicilia | Umbria

 

I PRECEDENTI
Sicilia '90
Per il terremoto del 13 dicembre 1990 la sospensione dei tributi durò 3 anni. Nel 2003 il governo ridusse del 90% i versamenti per le imprese che ancora non avevano pagato. Chi aveva già iniziato a pagare dovette chiedere il rimborso

Umbria e Marche '97
I tributi e i contributi vennero sospesi dopo il terremoto. Il recupero fiscale iniziò nel gennaio 2009, previo l'abbattimento dei 3/5 del dovuto da parte dei contribuenti

Molise 2002
La sospensione, per le zone più colpite, durò fino al 31 dicembre 2008. Un mese dopo un emendamento promosso dai deputati locali equiparò la decurtazione a quella di Umbria e Marche

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