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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 13:48.
Investire in infrastrutture per dare una scossa all'economia italiana: è la proposta per rilanciare la crescita di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. In un'intervista al Wall Street Journal, intitolata "Un banchiere per l'Italia", Passera afferma che è necessario un investimento di 250 miliardi di euro nei prossimi cinque anni per strade, aeroporti e reti di telecomunicazioni.
L'austerità, secondo Passera, non è un ostacolo: "Una buona gestione della spesa pubblica è del tutto coerente con una certa percentuale di investimenti a lungo termine", afferma l'ad della banca. La maggior parte dei fondi – aggiunge - può venire da investitori privati se il governo appoggia l'investimento con garanzie: "Deve esserci un meccanismo di … garanzie pubbliche".
Il Wsj mette in evidenza che Passera ha guidato "la più grande banca italiana" attraverso la crisi finanziaria "senza rivolgersi al governo italiano o ai suoi azionisti per iniezioni di capitale, un'impresa rara nel malconcio settore bancario europeo". Ora, nel dibattito sulla riforma del sistema bancario globale, Passera teme che Intesa Sanpaolo sia messa sotto la stessa rigida disciplina delle banche che hanno alimentato la crisi. Invece, secondo lui, Intesa Sanpaolo non dovrebbe essere obbligata a mantenere gli stessi livelli di capitale delle banche che operano in derivati o altri prodotti finanziari rischiosi.
Intesa Sanpaolo si è concentrata nel settore retail in Italia, evitando il peggio della crisi. Ora però la fiacca ripresa economica italiana rischia di trascinarla giù. Passera dice che la banca non ha piani d'acquisizione tali da espandere vertiginosamente le operazioni di Intesa Sanpaolo al di fuori dell'Italia.
"Invece, Passera dice di volere ‘scioccare' la moribonda economia italiana e riportarla in vita convincendo il governo e gli investitori privati a mettersi insieme per finanziare le deperite infrastrutture italiane".
"Le proposte per l'Italia di Passera hanno più peso di quelle di altri banchieri ", osserva Stacy Meichtry, che l'ha intervistato, "perché lui può influenzare il modo in cui una larga parte del settore privato italiano investe il proprio capitale": La banca, infatti, detiene quote significative in grandi gruppi industriali, dall'Alitalia a Telecom Italia.