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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2010 alle ore 13:26.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2010 alle ore 17:05.
Chi ha puntato sul mattone nell'ultimo decennio ha portato a casa risultati per molti versi irripetibili. All'alba del 2000 il mercato immobiliare italiano residenziale, in piena salute, faceva segnare rialzi medi dei volumi di case compravendute dell'8% annuo (periodo 1997 -2000). «Poi nel biennio successivo all'arrivo della moneta unica, il calo dei tassi sui mutui e la crescita impetuosa della domanda di chi fino ad allora la casa di proprietà l'aveva solo desiderata – spiega Alessandro Ghisolfi dell'ufficio studi Ubh – ha dato quell'ulteriore spinta ai prezzi che hanno raggiunto il loro apice nel 2006.
A partire dal 2007 i valori delle abitazioni sono cresciuti sensibilmente meno e poi via via la crescita si è bloccata fino a intraprendere quel processo di riduzione ancora in atto». Dal confronto sui prezzi nominali di vendita a livello decennale (tasso di inflazione incluso) emergono infatti variazioni percentuali interessanti. E non solo nelle grandi aree metropolitane, ma anche in molte medie città d'Italia. La forbice che emerge tra i dati forniti nelle diverse città dagli operatori interpellati (per esempio gli incrementi medi a Milano oscillano tra un + 83,7 e un 105,9%, mentre a Bologna tra il 36% e il 75%) si spiega con il diverso mercato di riferimento degli immobili e quindi dei prezzi utilizzati per le statistiche.
Ma chi ha investito comprando una casa dieci anni fa non ha portato a casa solo il cosiddetto capital gain. A questo spesso si è aggiunto un rendimento legato alla locazione dell'immobile. Si tratta sempre, però, di un rendimento lordo in quanto nell'analizzare i frutti di questo investimento vanno considerate alcune voci di spesa ricorrenti (imposte e tasse in fase di acquisto e successive, oltre ai costi di mantenimento e gestione dell'immobile) che variano in base a diversi elementi oggettivi e soggettivi.
«Anche i redditi da locazione nel decennio si sono ridotti – spiega Fabiana Megliola dell'ufficio stampa Tecnocasa – e secondo noi vanno a livellarsi verso il basso: nelle grandi aree urbane in media si sono ridotti di due punti ma a Milano sono passati da un rendimento medio del 6% nel 2001 ad uno del 3,7% nel 2009». Insomma, anche affittare una casa renderà meno. E in futuro che cosa ci si può aspettare? «Difficile fare previsioni oltre i due anni – commenta Luca Dondi di Nomisma – nelle grandi città per tutto il 2010 e parte del 2011 sia i prezzi, sia i canoni saranno ancora in un'area negativa».