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Titoli, il vademecum per non sbagliare

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2010 alle ore 13:50.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2010 alle ore 15:43.

1. Segui i soldi.
La prima domanda è da porsi è dove e a chi vanno i soldi raccolti. Possono servire per abbattere il debito, se non addirittura a ripagare i prestiti contratti con le banche, oppure per finanziare la crescita con nuovi investimenti. In teoria meglio privilegiare la seconda strada.

2. Chi vende i titoli?
Chiedersi sempre se il ricavato dell'Ipo finisce nelle tasche dei soci di controllo che approfittano dello sbarco in Borsa per valorizzare parte delle loro quote di capitale o nelle casse dell'azienda. È ovvio che più soldi finiscono nell'azienda neo-quotata più alto è il valore del titolo.

3. Guardare la redditività.
La parola magica è Mol, cioè margine operativo lordo che qualifica la redditività ordinaria di un titolo. Il Mol di un'azienda che si quota deve mostrare una dinamica di crescita negli anni che precedono la quotazione. E dato che più il Mol è alto, più l'azienda vale in Borsa, c'è il rischio che quel dato possa essere influenzato verso l'alto da operazioni o componenti straordinarie a ridosso dello sbarco sul listino.

4. Operazioni correlate.
Verificare che i soci di controllo non abbiano effettuato compravendite verso l'azienda e viceversa. E se ciò è accaduto, verificate nel prospetto i valori di transazione. Se molto lontani dal prezzo di Borsa, allora meglio lasciar perdere.
(Fa.P.)

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