Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 09:33.
Quando il 14 gennaio scorso il titolo Seat Pagine gialle ha messo a segno a Piazza Affari un balzo del 10,61%, nessuno si è stupito. Quel giorno infatti il gruppo ha annunciato un accordo con le banche creditrici, che gli ha permesso di superare la crisi finanziaria. Il brindisi della Borsa è stato dunque naturale. Liberatorio. Un po' meno normale è però il fatto che qualcuno abbia stappato lo champagne anche tre giorni prima: l'11 gennaio, senza alcuna indiscrezione che lasciasse intendere il buon esito della trattativa, il titolo Seat era infatti volato del 15,56% con volumi otto volte superiori rispetto al giorno prima.
Motivo: nessuno. Vuoto totale. Neppure Seat ha saputo spiegare quel clamoroso rialzo. Casualità? Fortuna? Oppure qualcuno aveva informazioni privilegiate e ci ha speculato sopra? Impossibile saperlo. Ma una cosa è certa: il rialzo di quel giorno è quantomeno anomalo. O, per chi crede nei miracoli, profetico.
Il problema è mondiale
A marzo è stata la Fsa, lo sceriffo della Borsa di Londra,a lanciare l'allarme:nella City il 29,3% delle operazioni societarie è anticipato da movimenti sospetti dei titoli in Borsa. Fusioni o acquisizioni tra aziende quotate sono precedute – in un caso su tre – da inspiegabili rialzi dei titoli in borsa. Insomma: da possibili casi di insider trading, reato tra i più difficili da combattere. E in Italia? Un'inchiesta del «Sole 24 Ore», che ha passato al setaccio le quotazioni di molte aziende confrontandosi poi con va-ri analisti e le stesse società, è in grado di dimostrare che anche a Piazza Affari di movimenti «anomali» ce ne sono parecchi. Quello di Seat è solo uno dei tanti: gli acquisti «profetici» hanno interessato anche Banca Intermobiliare, Gewiss, La Doria, Zucchi, Pierrel, e –seppur in modo molto diverso – in un certo senso anche Fiat. Qualcuno ha comprato prima che si verificassero eventi importanti. Chiamateli Nostradamus della finanza. Fortunati. Oppure bene informati...
Se il rally anticipa l'Opa
Nel caso di Banca Intermobiliare la sfera di cristallo ha funzionato alla perfezione. Dal 9 febbraio al primo marzo 2010 il titolo vola infatti del 36%, passando da circa 3 a 4,26 euro. Poi, per circa un altro mese, resta lì. L'aspetto curioso, quasi profetico, è che il 6 aprile Veneto Banca annuncia un'Opa su Banca Intermobiliare. Sapete a che prezzo? A 4,25 euro: più o meno il livello a cui il titolo era arrivato un mese prima. È vero che le diatribe tra i soci di Banca Intermobiliare erano note, ma per intuire che il litigio si chiudesse con un'Opa a 4,25 euro ci voleva veramente una profezia. E infatti la società non sa dare spiegazioni. Chiedete alla Sibilla Cumana.