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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2010 alle ore 08:01.
PARIGI - Gli ultimi giorni di quiete nella memoria di Jérôme Kerviel risalgono al Natale 2007. Alla vigilia prende il treno da Parigi assieme alla ragazza, al fratello Olivier e la moglie, per raggiungere la madre, vedova da qualche mese, a Pont-l'Abbé, angolo remoto del già remoto Finistère. Il clima è il solito della Bretagna, può non far freddo anche in pieno inverno, ma le piogge a intermittenza e oblique per il vento scandiscono la vacanza. Poco importa, a Jérôme.
Quel che conta è ritrovarsi con i suoi - comitato ristretto di affetti ancora assorbito dal lutto - e dimenticare la fibrillazione permanente del lavoro di trader alla Société Générale.
Non è una superstar dei mercati finanziari, nel suo curriculum non ci sono le Grandes Ecoles di molti colleghi e ha uno stipendio di «soli» 100mila euro all'anno (quasi un'inezia per il mestiere) ma lavora duro e negli ultimi mesi ha fatto guadagnare un sacco di soldi alla sua banca. Festeggia Natale e Capodanno con la prospettiva di un congruo bonus.
Nel giro di un mese il suo nome e il suo volto escono violentemente dall'anonimato per acquistare fama internazionale. Non per il bonus. SocGen annuncia il 24 gennaio di aver perso 6,4 miliardi di euro per chiudere posizioni non autorizzate prese dal trader sui futures degli indici di Borsa. Il rosso si riduce a 4,9 miliardi di euro poiché è vero che Kerviel, con le stesse spregiudicate e dissimulate operazioni, nel 2007 aveva chiuso la sua performance con una plusvalenza di quasi un miliardo e mezzo. Il saldo è comunque la più grande perdita mai inflitta da un singolo dipendente a un'istituzione finanziaria. Quella che Nick Leeson causò a Ing Barings sembra al confronto uno scherzo da oratorio. Per arrivare a tanto e aver scommesso su un rialzo dei mercati all'inizio del 2008, quando il nervosismo dei subprime si era già propagato, il trader si era impegnato in contratti per un valore di 50 miliardi di euro, cifra da brivido che superava il patrimonio netto della Générale.
Viene licenziato, fermato dalla brigata finanziaria, interrogato per 48 ore, subito indagato per abuso d'ufficio, falso e introduzione fraudolenta in sistemi informatici. Si fa 38 giorni di carcere. Tutto questo a poco meno di quattro mesi dal Natale in famiglia, ultimo scampolo di vita normale.